COME PROMESSO, ECCOVI LA VERSIONE DI MASSI
E'
finito il tempo delle parole, sulla pianura di Tebe splende il sole, Sparta è
pronta a combattere. (...E poi so io il megalomane...)
Solita partenza presto della Vannelli's family il clan
Fabiani ci attende a Firenze dobbiamo fare il rendez vous a Siena con il neo acquisto Miki Ciardi, lei è già sul posto, la mando avanti in quanto dotata di navigatore e
io privo di senso dell'orientamento (storico un Cinigiano Massa Marittima 4
ore).Parte a mach 3, sospetto che abbia confuso la DEEJAYTEN con il GP di Monaco, alle
Badesse l'autovelox flescia, nella foto verrà scritto:"allora fate come vi pare.
Arriviamo a Firenze e ci riuniamo col direttore. Parruccati e baffati partiamo
per la dj five, è evidente da subito che non sarà la corsa dei record ma dotati
di megafono lo scazzo raggiunge livelli olimpici. Mi diverto come un matto, la
cornice è come sempre bellissima, arriviamo tranquilli in Santa Croce e l'arrivo
con colonna sonora autocantata e rallenty autoprodotto è da complimenti, che
arrivano puntuali. Dopo le foto con Curti,e varie ed eventuali procediamo alla
premiazione di redazione, primo manco a dirlo, il direttore, seconda la Ciardi ma
solo perche non era seduta su un 1800 GT, terzo, vergognoso io, che ero l'uomo di
punta.
A questo punto, in compagnia dell'amica e tifosa Silvia, sudati e
puzzolenti andiamo a fare un aperitivo,il gestore si sbaglia e ci vende un
villino a Fiesole, almeno a giudicare dal conto, però onestamente accompagna le
bevande con ben 10 pezzi di schiaccia del giorno prima e 10 olive del
discount. Se tanto mi da tanto per mangiare bisognerà scappare come nel film i
laureati.
E invece scoviamo un localino niente male dove buon cibo si mischia
a gentilezzza e prezzo onesto.
La giornata è stata intensa e bellissima, la
mia radio, i miei amici, la mia famiglia, ma che voi di più dalla
vita?
Si puo notare che l'amico è dotato del dono della sintesi, non come me, che sò' più lungo di Dostoieschi (scritto alla Cinigianese).
il direttore
sf
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giovedì 29 agosto 2013
mercoledì 21 agosto 2013
LA FINE
Firenze 39° puntata
...la donna, senza nemmeno guardarmi, indica con l'indice l'uscita. Non replica, ma il suo sguardo severo non ammette esitazioni. Esco in silenzio e a testa bassa, contrariare la signorina Rottermaier potrebbe essermi fatale.
Mi siedo sul gradino di un portone, la gamba fa male. Escono tutti con il gelato, Massi sdrammatizza sarcastico: ti ricordi quando ti chiamavamo Il Conte per i tuoi modi garbati e per l'eleganza? Ribatto: non so che mi sia preso, era dal 1992, quando religiosi di una qualche congrega insistevano per diffondere il verbo, che non avevo una reazione cosi scomposta. Lo sguardo interrogativo della madre dei miei cuccioli chiede chiarimenti, provo ad arrampicarmi sugli specchi con la scusa dell'accumulo di stress, la fatica, il fatto che ho perso molto sangue, a mio dire, ha influito, ma sono credibile come Pinocchio a carnevale.
Finito il gelato Massi e la famiglia si congedano, a sentirlo, i sei metri quadri di pratino lo aspettano. Tiene quel pratino come il green della buca diciotto di un campo da golf.
Non ho voglia di camminare, chiedo a Silvia dove posso prendere un taxi, è più un bisogno di stare solo, che pigrizia. E' il momento delle riflessioni, del bilancio, personale e di squadra.
Un fischio alla Trapattoni attira la mia attenzione, avrò sbagliato la "diagonale" per salire sul marciapiede? No, non sarà certo rivolto a me, e poi, che ci gira il Trap da queste parti? Penso. E invece si, il fischio è per me, è Codino, che mi ha riconosciuto e mi raggiunge. Per gentilezza, più che per vero interesse gli chiedo come gli è andata la gara e che tempo ha fatto. Mette subito le mani avanti: eh sai, stamani ero troppo stanco, il 9,82 di ieri sera mi ha molto provato. Lo guardo dubbioso, non mi sembra che le caratteristiche fisiche ricordino, anche vagamente, un centometrista e per giunta in grado di stare sotto i 10 secondi. Mi legge nel pensiero e si affretta a chiarire: No no, 9,82 non è il mio personale sui cento metri, è il risultato dell'alcool test. Ahh, alcolista di tutto rispetto. Anche se non sono Grisson di C.S.I mi rendo conto di essere di fronte ad uno poco lucido e gran puscher di fandonie. Allungo il passo per provare a seminarlo, vedendomi claudicare mi incalza per sapere del mio infortunio, gli racconto la storia dell'attacco del crotalo e di oggi che sono stato colpito da un fulmine, fortunatamente di striscio, che mi ha riaperto la ferita, cucito in strada col filo da arrosti etc. e lui in tutta risposta mi fa: eh sie... e io ci credo no! Invece le tue di storie... penso.
Mi congedo stringendogli la mano, finalmente si arrende. Vado verso la fermata dei taxi con la testa rivolta ad un domani pieno di dubbi, sarò il nuovo Dean Karnazes? Nelle prossime gare saprò migliorarmi? Fare peggio è difficile! Che ne sarà del team Le Ficarì? Un oligarca dell'est e qualche sceicco faranno un asta per annettere il califfato dei Ficari? Un pallido sole scalda i miei pensieri da megalomane. Massi invece tiene un low profile, dice che nel giro di cinque anni saremo al via dell'Iron Man delle Hawai, io la parte a nuoto la darò in subappalto visto che in acqua galleggio quanto un àncora.
Mi passano davanti agli occhi tanti flashback di questo mese e mezzo fantastico, il mio coach, esaltato come una testa di cuoio, io che fronteggio gli elementi durante la durissima preparazione alla gara, il crotalo (pace all'anima sua) che sfoga la sua ira sui miei polpacci, il doping, il Trio medusa, la bolgia alla partenza, l'aperitivo al bar. Quando Massi ha provato l'assalto all'arma bianca contro il cameriere, nel trattenerlo mi sono sentito come Jeff Bridges nel film Il Grande Leboswky intento ad arginare l'amico al bowling, che, per un punto contestato tira fuori la pistola.
Arriva un Taxi. Alzo la mano come un attore di hollywood ma lui striscia. Non era per me o non si è fidato? Forse è meglio se mi tolgo la parrucca. Dal finestrino come segno premonitore, usciva la musica di Levante e proprio quando filava oltre c'era il ritornello, "...che vita di mmmerda...aaiaa.."
Anche il secondo taxi mi ignora, ma allora non era la parrucca. Non sarò più il modello di un tempo, ma ho sempre il mio perché.
Il terzo è quello buono, mi chiede dove vado (omette conciato così). Quando gli do l'indirizzo fà una smorfia, non sò, forse pensava che dovessi tornare in qualche lontano pianeta.
L'autista prova a fare conversazione, non fingo nemmeno interesse per i suoi argomenti, non ho più voglia di niente. Apro il finestrino e avvicino il naso per annusare l'aria, come i cani. La memoria olfattiva cataloga gli odori, un giorno mi riporterranno a questa giornata!
La radio, manco a dirlo, è Radio DEEJAY, stà passando Clementino, gli chiedo se può alzare il volume.
Arrivati, lascio una lauta mancia, come nei film, e saluto.
In testa mi risuona il ritornello "..U'viento... U'viento, ci rimane soltanto U'viento...quando partono i bbastimenti... ci rimane soltanto U'viento...
FINE
il direttore
sf
Ps è gradito un commento finale.
Pps. a breve la versione di Massi, e i drammatici risvolti dell'inchiesta sulla morte del crotalo.
...la donna, senza nemmeno guardarmi, indica con l'indice l'uscita. Non replica, ma il suo sguardo severo non ammette esitazioni. Esco in silenzio e a testa bassa, contrariare la signorina Rottermaier potrebbe essermi fatale.
Mi siedo sul gradino di un portone, la gamba fa male. Escono tutti con il gelato, Massi sdrammatizza sarcastico: ti ricordi quando ti chiamavamo Il Conte per i tuoi modi garbati e per l'eleganza? Ribatto: non so che mi sia preso, era dal 1992, quando religiosi di una qualche congrega insistevano per diffondere il verbo, che non avevo una reazione cosi scomposta. Lo sguardo interrogativo della madre dei miei cuccioli chiede chiarimenti, provo ad arrampicarmi sugli specchi con la scusa dell'accumulo di stress, la fatica, il fatto che ho perso molto sangue, a mio dire, ha influito, ma sono credibile come Pinocchio a carnevale.
Finito il gelato Massi e la famiglia si congedano, a sentirlo, i sei metri quadri di pratino lo aspettano. Tiene quel pratino come il green della buca diciotto di un campo da golf.
Non ho voglia di camminare, chiedo a Silvia dove posso prendere un taxi, è più un bisogno di stare solo, che pigrizia. E' il momento delle riflessioni, del bilancio, personale e di squadra.
Un fischio alla Trapattoni attira la mia attenzione, avrò sbagliato la "diagonale" per salire sul marciapiede? No, non sarà certo rivolto a me, e poi, che ci gira il Trap da queste parti? Penso. E invece si, il fischio è per me, è Codino, che mi ha riconosciuto e mi raggiunge. Per gentilezza, più che per vero interesse gli chiedo come gli è andata la gara e che tempo ha fatto. Mette subito le mani avanti: eh sai, stamani ero troppo stanco, il 9,82 di ieri sera mi ha molto provato. Lo guardo dubbioso, non mi sembra che le caratteristiche fisiche ricordino, anche vagamente, un centometrista e per giunta in grado di stare sotto i 10 secondi. Mi legge nel pensiero e si affretta a chiarire: No no, 9,82 non è il mio personale sui cento metri, è il risultato dell'alcool test. Ahh, alcolista di tutto rispetto. Anche se non sono Grisson di C.S.I mi rendo conto di essere di fronte ad uno poco lucido e gran puscher di fandonie. Allungo il passo per provare a seminarlo, vedendomi claudicare mi incalza per sapere del mio infortunio, gli racconto la storia dell'attacco del crotalo e di oggi che sono stato colpito da un fulmine, fortunatamente di striscio, che mi ha riaperto la ferita, cucito in strada col filo da arrosti etc. e lui in tutta risposta mi fa: eh sie... e io ci credo no! Invece le tue di storie... penso.
Mi congedo stringendogli la mano, finalmente si arrende. Vado verso la fermata dei taxi con la testa rivolta ad un domani pieno di dubbi, sarò il nuovo Dean Karnazes? Nelle prossime gare saprò migliorarmi? Fare peggio è difficile! Che ne sarà del team Le Ficarì? Un oligarca dell'est e qualche sceicco faranno un asta per annettere il califfato dei Ficari? Un pallido sole scalda i miei pensieri da megalomane. Massi invece tiene un low profile, dice che nel giro di cinque anni saremo al via dell'Iron Man delle Hawai, io la parte a nuoto la darò in subappalto visto che in acqua galleggio quanto un àncora.
Mi passano davanti agli occhi tanti flashback di questo mese e mezzo fantastico, il mio coach, esaltato come una testa di cuoio, io che fronteggio gli elementi durante la durissima preparazione alla gara, il crotalo (pace all'anima sua) che sfoga la sua ira sui miei polpacci, il doping, il Trio medusa, la bolgia alla partenza, l'aperitivo al bar. Quando Massi ha provato l'assalto all'arma bianca contro il cameriere, nel trattenerlo mi sono sentito come Jeff Bridges nel film Il Grande Leboswky intento ad arginare l'amico al bowling, che, per un punto contestato tira fuori la pistola.
Arriva un Taxi. Alzo la mano come un attore di hollywood ma lui striscia. Non era per me o non si è fidato? Forse è meglio se mi tolgo la parrucca. Dal finestrino come segno premonitore, usciva la musica di Levante e proprio quando filava oltre c'era il ritornello, "...che vita di mmmerda...aaiaa.."
Anche il secondo taxi mi ignora, ma allora non era la parrucca. Non sarò più il modello di un tempo, ma ho sempre il mio perché.
Il terzo è quello buono, mi chiede dove vado (omette conciato così). Quando gli do l'indirizzo fà una smorfia, non sò, forse pensava che dovessi tornare in qualche lontano pianeta.
L'autista prova a fare conversazione, non fingo nemmeno interesse per i suoi argomenti, non ho più voglia di niente. Apro il finestrino e avvicino il naso per annusare l'aria, come i cani. La memoria olfattiva cataloga gli odori, un giorno mi riporterranno a questa giornata!
La radio, manco a dirlo, è Radio DEEJAY, stà passando Clementino, gli chiedo se può alzare il volume.
Arrivati, lascio una lauta mancia, come nei film, e saluto.
In testa mi risuona il ritornello "..U'viento... U'viento, ci rimane soltanto U'viento...quando partono i bbastimenti... ci rimane soltanto U'viento...
FINE
il direttore
sf
Ps è gradito un commento finale.
Pps. a breve la versione di Massi, e i drammatici risvolti dell'inchiesta sulla morte del crotalo.
mercoledì 31 luglio 2013
EPILOGO 2° PARTE
Firenze 38° puntata
...Essere cuciti senza anestesia, e da uno cui, le poche nozioni di medicina le ha avute con l'allegro chirurgo, non è stata una grande idea. Il dolore stà diventando insopportabile, penso che tra pochi passi mi accascerò al suolo e morirò tra atroci sofferenze, con la magra consolazione, che la prossima edizione della DeeJayTen mi verrà intitolata.
Massi mi cammina accanto ignaro, controlla sul web se con questo piazzamento è avanzato nel ranking mondiale, s'incazza e inveisce perchè non riesce a trovare il suo nome. Con quel poco di lucidità residua gli dico: forse non ci sei perchè con i tempi che fai non ti considerano un runner, ma solo uno Walker.
Il mio commento è benzina sul fuoco. Il mondo dei runner è molto variegato, specie e sottospecie lo popolano, Massi è un puro, è della scuola di Aldo Rock, sofferenza, abnegazione, e soprattutto niente doping.
Per risolvere a mio favore la situazione, gli rifilo la solita cazzata che vincere non è arrivare primi, ma migliorare se stessi!
Si calma appena in tempo per prendermi al volo, sto per svenire, ho perso molto sangue e tutto quel Oban, che già mi aveva impresso un andatura ondulatoria, stà accellerando il processo che mi porterà sulla barca di Caronte...
Mi sveglio con Massi che mi sta schiaffeggiando, ha un ghigno sadico come un carceriere di Abu Graihb, ho il sospetto che fosse da tempo che mi volesse batte come un nocio, mi sento du gote rosse come il culo di una scimmia.
Che t'ho fatto che mi picchi? e lui: niente, sei svenuto, era per farti riprendere. Per vedere il mio grado di lucidità mi chiede: parlami di un argomento a piacere. Rispondo: Geografia, la Francia. La Francia confina: a nord, con Belgio, e Lussemburgo poi scendendo da est a sud, con Germania, Svizzera, Italia Andorra e Spagna, la capitale è Parigi, la Baguette e il loro tipico pane . I francesi, di solito, sono simpatici come il puzzo di piedi e... Si si, basta così. Mi interrompe il Vannelli.
Vaghiamo nelle vie che circondano la piazza senza trovare traccia delle nostre famiglie. Proviamo a telefonare, ma niente. Cercano di seminarci o il telefono non prende?
La speranza di essere abbandonati come cani in autostrada dura poco, Paloma è seminascosta dietro un gelato grande come un ombrello, la chiamo per sentire se ha bisogno d'aiuto. Fà segno di no con la testa. Silvia mi guarda e mi dice: oichè ti se' fatto un tatuaggio?.
Indicando il polpaccio fasciato con la pellicola e il nastro da pacchi.
No. rispondo. Mi s'è riaperta la ferita che mi fece il crotalo delle asturie più di un mese fa. Ho drusciato sui ponteggi, e zac, sangue che pareva di essere al mattatoio. E chi t'ha conciato così? Potevi andare al pronto soccorso. continua lei.
Taci donna. Interviene Massi. Il pronto soccorso è fuori moda come il gin tonic. L'ho cucito io. Le dice, pavoneggiandosi come se fosse il Dr House e avesse scoperto la cura di qualche rara malattia.
Voglio un gelato. Visto che stò per morire, voglio che la vecchia co la falce mi trovi col sorriso. Entro e la gelataia, spalleggiata dalle nostre donne, mette bocca dove non deve. Inizia a menarla con infezioni, tetano, amputazioni.
ZITTATI VECCHIA BALDRACCA. Mi esce come un tuono dalla gola.
Un silenzio surreale pervade la stanza, tutti gli occhi sono puntati su di me, Massi mi guarda e si mette le mani davanti alla bocca per contenere la risata. La donna non ha parole.
Una parte di me vorrebbe scusarsi e sprofondare sotto terra, ma la parte dominante pensa che ho ragione, e lei si doveva fare i cazzi suoi...la metteremo al televoto...
il direttore
sf
...Essere cuciti senza anestesia, e da uno cui, le poche nozioni di medicina le ha avute con l'allegro chirurgo, non è stata una grande idea. Il dolore stà diventando insopportabile, penso che tra pochi passi mi accascerò al suolo e morirò tra atroci sofferenze, con la magra consolazione, che la prossima edizione della DeeJayTen mi verrà intitolata.
Massi mi cammina accanto ignaro, controlla sul web se con questo piazzamento è avanzato nel ranking mondiale, s'incazza e inveisce perchè non riesce a trovare il suo nome. Con quel poco di lucidità residua gli dico: forse non ci sei perchè con i tempi che fai non ti considerano un runner, ma solo uno Walker.
Il mio commento è benzina sul fuoco. Il mondo dei runner è molto variegato, specie e sottospecie lo popolano, Massi è un puro, è della scuola di Aldo Rock, sofferenza, abnegazione, e soprattutto niente doping.
Per risolvere a mio favore la situazione, gli rifilo la solita cazzata che vincere non è arrivare primi, ma migliorare se stessi!
Si calma appena in tempo per prendermi al volo, sto per svenire, ho perso molto sangue e tutto quel Oban, che già mi aveva impresso un andatura ondulatoria, stà accellerando il processo che mi porterà sulla barca di Caronte...
Mi sveglio con Massi che mi sta schiaffeggiando, ha un ghigno sadico come un carceriere di Abu Graihb, ho il sospetto che fosse da tempo che mi volesse batte come un nocio, mi sento du gote rosse come il culo di una scimmia.
Che t'ho fatto che mi picchi? e lui: niente, sei svenuto, era per farti riprendere. Per vedere il mio grado di lucidità mi chiede: parlami di un argomento a piacere. Rispondo: Geografia, la Francia. La Francia confina: a nord, con Belgio, e Lussemburgo poi scendendo da est a sud, con Germania, Svizzera, Italia Andorra e Spagna, la capitale è Parigi, la Baguette e il loro tipico pane . I francesi, di solito, sono simpatici come il puzzo di piedi e... Si si, basta così. Mi interrompe il Vannelli.
Vaghiamo nelle vie che circondano la piazza senza trovare traccia delle nostre famiglie. Proviamo a telefonare, ma niente. Cercano di seminarci o il telefono non prende?
La speranza di essere abbandonati come cani in autostrada dura poco, Paloma è seminascosta dietro un gelato grande come un ombrello, la chiamo per sentire se ha bisogno d'aiuto. Fà segno di no con la testa. Silvia mi guarda e mi dice: oichè ti se' fatto un tatuaggio?.
Indicando il polpaccio fasciato con la pellicola e il nastro da pacchi.
No. rispondo. Mi s'è riaperta la ferita che mi fece il crotalo delle asturie più di un mese fa. Ho drusciato sui ponteggi, e zac, sangue che pareva di essere al mattatoio. E chi t'ha conciato così? Potevi andare al pronto soccorso. continua lei.
Taci donna. Interviene Massi. Il pronto soccorso è fuori moda come il gin tonic. L'ho cucito io. Le dice, pavoneggiandosi come se fosse il Dr House e avesse scoperto la cura di qualche rara malattia.
Voglio un gelato. Visto che stò per morire, voglio che la vecchia co la falce mi trovi col sorriso. Entro e la gelataia, spalleggiata dalle nostre donne, mette bocca dove non deve. Inizia a menarla con infezioni, tetano, amputazioni.
ZITTATI VECCHIA BALDRACCA. Mi esce come un tuono dalla gola.
Un silenzio surreale pervade la stanza, tutti gli occhi sono puntati su di me, Massi mi guarda e si mette le mani davanti alla bocca per contenere la risata. La donna non ha parole.
Una parte di me vorrebbe scusarsi e sprofondare sotto terra, ma la parte dominante pensa che ho ragione, e lei si doveva fare i cazzi suoi...la metteremo al televoto...
il direttore
sf
sabato 27 luglio 2013
EPILOGO 1° PARTE
Firenze 37° puntata
...L'attesa è finita, apro lo scontrino e alzando gli occhi al cielo faccio no con la testa, Massi si arrotola le maniche si alza e prende una sedia per lo schienale, è pronto a fare fuoco, sorrido e gli passo lo scontrino.
Ridiamo, un po dispiaciuti, come due bambini. Magari un paio di notti in carcere ci avrebbero fatto bene."Atti vandalici" non ce lo toglieva nessuno, e sicuramente come allegato, ci scappava anche un "resistenza e percosse a pubblico ufficiale". Tutto fà curriculum... ma è sempre la stessa storia, quello che poteva essere e non è stato.
Paghiamo e ringraziamo la signora per l'ottima accoglienza e il cibo abbondante (ricordo che per 10 euro abbiamo avuto tre tipi di pasta fresca, vino acqua e caffè, la promessa che porta nel nome il ristorante è mantenuta " T'amerò")
Uscendo, druscio fortuitamente sui ponteggi e mi procuro una ferita sul polpaccio, (un si mangia un boccone in pace) la gamba sanguina copiosamente, il Vannelli, soccorritore in val d'Arbia, propone il pronto soccorso, secondo lui ci vogliono i punti, lo guardo e gli ricordo quello che disse il poro Moro alla dottoressa" i punti datteli nella freg.." Torno dentro al ristorante e chiedo del filo da arrosti, un ago, e una bottiglia di single malt.
La gentilissima signora mi accontenta, esco con il kit, nel frattempo si è formato un capannello, intimo a Massi di darsi una mossa a ricucire altrimenti ci vuole una trasfusione.
Da ordini come un chirurgo in sala operatoria, chiede giornali e un accendino.Ti pare sia il momento di mettersi a leggere? lo apostrofo.
Lui mi fà: Tuttologo, lascia fare a me!
Versa l'Oban sulla ferita, brucia un paio di giornali e con la cenere tampona il taglio che smette di sanguinare.
Mi faccio un goccio di Oban, per dimenticare il dolore.
Inizia a cucire, senza anestesia è un incendio ad ogni punto, urlo e dò un cicchetto di whiskey, cori da stadio accompagnano il primario di pronto soccorso.
La ferita è chiusa, due giri di nastro da pacchi per bendaggio...et voilà... la folla applaude, alzo le braccia in segno di vittoria.
Massi firma autografi, alcuni fanatici del web chiedono il permesso di mettere il filmato su internet.
Concediamo compiaciuti a patto di scegliere il titolo. Io, dopo ben 14 punti e altrettanti sorsi di Oban mi sento, come dire, frastornato. Massi mi dice: forse è meglio se ti siedi.
Non posso, rispondo, il copione non lo prevede. Avanzo tra la folla serpeggiando...
il direttore
sf
giovedì 11 luglio 2013
CARBIODRATI
Firenze 36° puntata
...il resto del branco stà bivaccando sulle scale della chiesa, con un cenno richiamo la loro attenzione. Entusiasta, spiego loro l'accordo raggiunto. Entrando mostro agli altri la cucina a vista, descrivo quello che potremmo mangiare, pasta fresca, verdure fritte, carne, etc, manco fosse mio il ristorante.
C'è un unico tavolo che può accoglierci tutti, stà in fondo alla sala in prossimità del bagno. Ci sediamo, sembriamo rè Artù e i cavalieri della tavola rotonda.
Massi ha fretta di tornare a casa e mi sollecita a chiamare la serva.
E' ancora infastidito, nonostante il Tavor.
Schiocco le dita come un cafone di prima categoria, e veniamo raggiunti da una cameriera, faccio segno di no e le dico: mandami la signora con cui ho trattato!
La scelta verte sui classici tortelli, che, fatti al momento con il mattarello, assumono un sapore diverso, quasi epico, come quelli della mi nonnina.
La ragazza porta sul tavolo anche due vassoi di pici cacio e pepe, Massi mi guarda ostile, e fà ampi gesti su come finirà stavolta: non provare a trattenermi. Conclude. Gli mostro lo zaino, e simulo il lancio di una granata.
Non abbiamo ancora finito i pici che arrivano le tagliatelle al ragù, mi metto le mani nei pochi capelli rimasti. Immagino il triste epilogo, la cameriera che porta il conto, non sono i dieci euro a testa pattuiti e noi come due Unni inferociti, devastiamo il locale. Massi si serve le tagliatelle, e mi dice: stavolta finiamo sulla Civetta. Annuisco e rispondo fatalista...sarà quel che sarà...
Il reintegro carboidrati è pari a quello dei ciclisti dopo una tappa dolomitica. Innaffiamo il tutto con un Chianti sfuso senza infamia e senza lode.
Il Dress-Code diventa un maculato con schizzi di vino su rosone di sugo.
Stancamente continuiamo a discutere sul mio futuro da runner, Massi non ricorda che insieme al grande Romario ho scritto il teorema "La palla non suda" e mi propone una tabella per arrivare pronto per la maratona di NY
Preso il caffè, chiedo alle donne e ai bambini di evacuare, e di andare a cercare una gelateria, non capiscono ma eseguono l'ordine. Quando sono tutti fuori chiamo la cameriera per il conto. Con Massi ci scambiamo sguardi d'intesa, come a dire, non si fanno prigionieri!
La signora si avvicina lentamente al tavolo ha lo scontrino piegato sulla mano destra, il Vannelli controlla i movimenti come se la donna, in mano, avesse della nitroglicerina, ma in fondo quel foglietto può avere gli stessi effetti del liquido esplosivo.
Le faccio cenno di darlo a me, tergiversa, pare non capire, alla fine me lo passa, Massi dentro al suo cuore spera in un altra "pettinata", anche io.
Nei 43 anni della nostra vita ci sono stati solo piccoli battibecchi, risse come si deve ci hanno visto solo come spettatori.
Ho lo scontrino in mano, lo stillo come se giocassi a poker, fingo di dare un tiro al mio sigaro, lo guardo ancora chiuso, e non favello...
Ps. si infittisce il giallo sulla morte di John, il Crotalo delle asturie,
pare che la tesi del suicidio sia da scartare...
il direttore
sf
...il resto del branco stà bivaccando sulle scale della chiesa, con un cenno richiamo la loro attenzione. Entusiasta, spiego loro l'accordo raggiunto. Entrando mostro agli altri la cucina a vista, descrivo quello che potremmo mangiare, pasta fresca, verdure fritte, carne, etc, manco fosse mio il ristorante.
C'è un unico tavolo che può accoglierci tutti, stà in fondo alla sala in prossimità del bagno. Ci sediamo, sembriamo rè Artù e i cavalieri della tavola rotonda.
Massi ha fretta di tornare a casa e mi sollecita a chiamare la serva.
E' ancora infastidito, nonostante il Tavor.
Schiocco le dita come un cafone di prima categoria, e veniamo raggiunti da una cameriera, faccio segno di no e le dico: mandami la signora con cui ho trattato!
La scelta verte sui classici tortelli, che, fatti al momento con il mattarello, assumono un sapore diverso, quasi epico, come quelli della mi nonnina.
La ragazza porta sul tavolo anche due vassoi di pici cacio e pepe, Massi mi guarda ostile, e fà ampi gesti su come finirà stavolta: non provare a trattenermi. Conclude. Gli mostro lo zaino, e simulo il lancio di una granata.
Non abbiamo ancora finito i pici che arrivano le tagliatelle al ragù, mi metto le mani nei pochi capelli rimasti. Immagino il triste epilogo, la cameriera che porta il conto, non sono i dieci euro a testa pattuiti e noi come due Unni inferociti, devastiamo il locale. Massi si serve le tagliatelle, e mi dice: stavolta finiamo sulla Civetta. Annuisco e rispondo fatalista...sarà quel che sarà...
Il reintegro carboidrati è pari a quello dei ciclisti dopo una tappa dolomitica. Innaffiamo il tutto con un Chianti sfuso senza infamia e senza lode.
Il Dress-Code diventa un maculato con schizzi di vino su rosone di sugo.
Stancamente continuiamo a discutere sul mio futuro da runner, Massi non ricorda che insieme al grande Romario ho scritto il teorema "La palla non suda" e mi propone una tabella per arrivare pronto per la maratona di NY
Preso il caffè, chiedo alle donne e ai bambini di evacuare, e di andare a cercare una gelateria, non capiscono ma eseguono l'ordine. Quando sono tutti fuori chiamo la cameriera per il conto. Con Massi ci scambiamo sguardi d'intesa, come a dire, non si fanno prigionieri!
La signora si avvicina lentamente al tavolo ha lo scontrino piegato sulla mano destra, il Vannelli controlla i movimenti come se la donna, in mano, avesse della nitroglicerina, ma in fondo quel foglietto può avere gli stessi effetti del liquido esplosivo.
Le faccio cenno di darlo a me, tergiversa, pare non capire, alla fine me lo passa, Massi dentro al suo cuore spera in un altra "pettinata", anche io.
Nei 43 anni della nostra vita ci sono stati solo piccoli battibecchi, risse come si deve ci hanno visto solo come spettatori.
Ho lo scontrino in mano, lo stillo come se giocassi a poker, fingo di dare un tiro al mio sigaro, lo guardo ancora chiuso, e non favello...
Ps. si infittisce il giallo sulla morte di John, il Crotalo delle asturie,
pare che la tesi del suicidio sia da scartare...
il direttore
sf
giovedì 4 luglio 2013
IL PRANZO...
Firenze ore 13:00 35° puntata
... no, non siamo latitanti, figurati se cercano noi, le sirene erano dei pompieri che correvano a salvare un gatto impedito rimasto su un albero.
Riflettiamo sui perché della nostra scelta. Abbiamo disatteso la teoria del camionista, che frequenta solo trattorie dove vede il parcheggio pieno. Non sempre il parcheggio pieno è sinonimo di qualità e cortesia, nel nostro caso però, i pochi avventori ai tavoli dovevano essere un segnale, e ripensando alla mimica facciale di Cappellino mi diventano chiari i suoi sguardi da lupo di Cappuccetto Rosso che ci dava. A posteriori nei suoi occhi e nei suoi sorrisi sornioni si poteva leggere: Cari non siete entrati al Lidl, non aspettetevi offerte.
Ma si sa, se se se... se la mi nonna aveva le palle era il mi nonno.
Costretti a ricorrere all'unica slot machine dove si vince sempre (bancomat) ci addentriamo in piazza Santo Spirito.
La discussione è se segnalarlo o meno fra i posti da evitare su Tripadvisor, per una questione di eleganza optiamo per il silenzio.
Io e Massi siamo veterani della "pettinata" un simile trattamento ci fu riservato, nel lontano 1988 a Modena. Usciti dalla Kermasse metal, "Monster of Rock" decidemmo di mangiare una pizza prima di riprendere il treno. In quel caso una pizza e una coca costarono 25 mila lire, più o meno il prodotto interno lordo (PIL) del Daomei. Anche li non finì in rissa per colpa di noi moderati che eravamo più dei facinorosi.
La nostra amica Silvia, esterefatta dalla reazione smisurata, a suo dire, del Vannelli, non ha il coraggio di scegliere il ristorante, teme ritorsioni.
Intanto che Massi viene sedato, vado a vedere le opzioni che la piazza offre.
Da un ingresso molto buio, per colpa dei ponteggi, mi si para davanti una cameriera che ha intuito che sto cercando un posto per mangiare. Educata e sorridente mi chiede se sono solo, rispondo: No, siamo in nove con quattro bambini, e per un aperitivo abbiamo speso come per volare a Dublino (con Ryanair s'intende).
La avviso che un prezzo esoso le potrebbe essere fatale, ride ignara del suo possibile destino. Lei propone un piatto e una bevanda per 10 euro. Ci stringiamo la mano per sancire l'accordo. Provo a sbirciare dentro ma è troppo buio, nel vetro leggo il nome del ristorante. Si chiama T'AMERO'... si comincia subito con promesse per il futuro. E per il presente? Mah... speriamo bene...
il direttore
sf
IL DIRETTORE SF
... no, non siamo latitanti, figurati se cercano noi, le sirene erano dei pompieri che correvano a salvare un gatto impedito rimasto su un albero.
Riflettiamo sui perché della nostra scelta. Abbiamo disatteso la teoria del camionista, che frequenta solo trattorie dove vede il parcheggio pieno. Non sempre il parcheggio pieno è sinonimo di qualità e cortesia, nel nostro caso però, i pochi avventori ai tavoli dovevano essere un segnale, e ripensando alla mimica facciale di Cappellino mi diventano chiari i suoi sguardi da lupo di Cappuccetto Rosso che ci dava. A posteriori nei suoi occhi e nei suoi sorrisi sornioni si poteva leggere: Cari non siete entrati al Lidl, non aspettetevi offerte.
Ma si sa, se se se... se la mi nonna aveva le palle era il mi nonno.
Costretti a ricorrere all'unica slot machine dove si vince sempre (bancomat) ci addentriamo in piazza Santo Spirito.
La discussione è se segnalarlo o meno fra i posti da evitare su Tripadvisor, per una questione di eleganza optiamo per il silenzio.
Io e Massi siamo veterani della "pettinata" un simile trattamento ci fu riservato, nel lontano 1988 a Modena. Usciti dalla Kermasse metal, "Monster of Rock" decidemmo di mangiare una pizza prima di riprendere il treno. In quel caso una pizza e una coca costarono 25 mila lire, più o meno il prodotto interno lordo (PIL) del Daomei. Anche li non finì in rissa per colpa di noi moderati che eravamo più dei facinorosi.
La nostra amica Silvia, esterefatta dalla reazione smisurata, a suo dire, del Vannelli, non ha il coraggio di scegliere il ristorante, teme ritorsioni.
Intanto che Massi viene sedato, vado a vedere le opzioni che la piazza offre.
Da un ingresso molto buio, per colpa dei ponteggi, mi si para davanti una cameriera che ha intuito che sto cercando un posto per mangiare. Educata e sorridente mi chiede se sono solo, rispondo: No, siamo in nove con quattro bambini, e per un aperitivo abbiamo speso come per volare a Dublino (con Ryanair s'intende).
La avviso che un prezzo esoso le potrebbe essere fatale, ride ignara del suo possibile destino. Lei propone un piatto e una bevanda per 10 euro. Ci stringiamo la mano per sancire l'accordo. Provo a sbirciare dentro ma è troppo buio, nel vetro leggo il nome del ristorante. Si chiama T'AMERO'... si comincia subito con promesse per il futuro. E per il presente? Mah... speriamo bene...
il direttore
sf
IL DIRETTORE SF
sabato 29 giugno 2013
IL CONTO...
Firenze ore 12:30 34° puntata
Anche i bambini cominciano a reclamare il rancio, Jari per la fame si è mangiato l'arancio marinato nel Campari dal mio bicchiere e ora sembra un po' "mosso". Io mi so mangiato il ghiaccio, ma il risultato è stato solo una bocca anestetizzata.
Esce la cameriera e io gli faccio segno che dovremmo andare toccandomi con l'indice il polso. Lei annuisce e torna dentro.
Massi dice: mangiamo una cosa veloce e poi noi torniamo a casa, che devo tagliare il pratino.
Esce il capo. Con calma olimpica viene verso di noi, cerco nelle tasche i soldi che mi sono rimasti dalla corsa, che fra elemosina ad accattoni con l'i-phone e onlus trovate per il percorso, sono vistosamente calati.
Allungo il braccio per farmi dare il conto, anche Francesca vuole pagare, (Cinigiano è fra i pochi paesi dove quasi si litiga per pagare), insisto: sò arrivato primo festeggiamo la mia vittoria.
Il cameriere si gusta il siparietto in disparte. Sventolo i miei 40 euro, lui si convince e mi passa lo scontrino chiuso. Con uno stile inaspettato fa due passi indietro. Guardo Franci e le dico: senza offesa Fra', ma anch'io avrei scelto quello con la medaglia al collo.
Apro lo scontrino e non credo ai miei occhi, saremo su scherzi a parte penso. Guardo stupito l'inserviente e gli dico: Ma mi hai scambiato per il sultano del Brunei?
Sessantatre (63) euro...il Vanelli mi strappa lo scontrino di mano, lo legge e ha una reazione scomposta. Si alza, ha la vena tappata, e avanza verso cappellino che saggiamente stà arretrando. Massi inveisce: oh testa di cazzo 63 euro pe 'ste quattro cazzate e du' olive, e un s'è nemmeno dato 'na botta alla serva! Il tipo ride, grave errore. Anch'io rido. La rabbia sale, Massi cerca il contatto. Fatico non poco a contenerlo. E' un ex ultras che ha bisogno di sangue ora, non il pacato padre di famiglia. La collutazione è imminente. Provo a trattenerlo mettendomi davanti a lui, ma con una forza inaudita mi spinge indietro, riesco solo a rallentare la sua furia, facciamo cadere tavoli e sedie, cappellino lo provoca arretrando calmo. Io da pacifista convinto lo esorto a non compromettersi e gli ricordo che ci sono i bambini e dobbiamo dargli l'esempio. La violenza è spesso inutile, ma quando ci vole ci vole. mi risponde. Massi si divincola dalla mia presa e prova a colpirlo, ci sono io davanti e i colpi non vanno a bersaglio, quello continua a ridere: ora lo lascio poi voglio vedè quanto ridi, gli urlo. Il cameriere mi dice: e lascialo vediamo che succede!
Penso che du belle lecche ti ridimensioneranno...coglione. Libero il Vannelli che si scaglia sul malcapitato con il pugno destro alzato, ma quando la mano si stà per unire al naso aquilino del furbetto, entra in mezzo un gigante rasato con la pettorina gialla con scritto Steward, con una mano immobilizza Massi e con l'altra spinge dentro cappellino. Il buttafuori, reduce dallo spareggio per non retrocedere, fra squadre di seconda categoria dell'interland, giocata in campo neutro, riporta l'ordine. Massi urla frasi sconnesse: sei solo chiacchiere e distintivo;... ma che te lo dico a fare... e si accende un Alfa senza filtro. Lo guardo attonito, lui non ha mai fumato, capisce il mio stupore e si spiega: sono anni che me le porto dietro per un momento così! Nel frattempo si era formato un capannello intorno a noi. Il popolo si nutre di sangue, è risaputo. Un signore di mezza età, intraprendente come un napoletano, si era elevato a "Banco"e aveva già dato le quote, i più stavano scommettendo sulla vittoria del Vannelli prima del limite, ma c'erano anche alcuni che, per guadagnare di più, scommettevano su Cappellino.
Sono indeciso su come riportare tutti alla "normalità", nello zaino del perfetto Black Block ho: una molotov, un lacrimogeno e una fialetta puzzolente residuo di carnevali passati. Opto per il lacrimogeno, mi piacciono i finale commoventi.
Lancio il lacrimogeno e i soldi alla cameriera (perchè noi non si va via senza pagare) e le dico che con il resto compri un cappello decente al suo capo... si sentono le sirene, la polizia stà arrivando e noi fischiettando ci dileguiamo...
Sotto nella foto.
P.s questo è quello che resta del crotalo delle asturie.Le indagini sono ancora in corso...
il direttore
sf
Anche i bambini cominciano a reclamare il rancio, Jari per la fame si è mangiato l'arancio marinato nel Campari dal mio bicchiere e ora sembra un po' "mosso". Io mi so mangiato il ghiaccio, ma il risultato è stato solo una bocca anestetizzata.
Esce la cameriera e io gli faccio segno che dovremmo andare toccandomi con l'indice il polso. Lei annuisce e torna dentro.
Massi dice: mangiamo una cosa veloce e poi noi torniamo a casa, che devo tagliare il pratino.
Esce il capo. Con calma olimpica viene verso di noi, cerco nelle tasche i soldi che mi sono rimasti dalla corsa, che fra elemosina ad accattoni con l'i-phone e onlus trovate per il percorso, sono vistosamente calati.
Allungo il braccio per farmi dare il conto, anche Francesca vuole pagare, (Cinigiano è fra i pochi paesi dove quasi si litiga per pagare), insisto: sò arrivato primo festeggiamo la mia vittoria.
Il cameriere si gusta il siparietto in disparte. Sventolo i miei 40 euro, lui si convince e mi passa lo scontrino chiuso. Con uno stile inaspettato fa due passi indietro. Guardo Franci e le dico: senza offesa Fra', ma anch'io avrei scelto quello con la medaglia al collo.
Apro lo scontrino e non credo ai miei occhi, saremo su scherzi a parte penso. Guardo stupito l'inserviente e gli dico: Ma mi hai scambiato per il sultano del Brunei?
Sessantatre (63) euro...il Vanelli mi strappa lo scontrino di mano, lo legge e ha una reazione scomposta. Si alza, ha la vena tappata, e avanza verso cappellino che saggiamente stà arretrando. Massi inveisce: oh testa di cazzo 63 euro pe 'ste quattro cazzate e du' olive, e un s'è nemmeno dato 'na botta alla serva! Il tipo ride, grave errore. Anch'io rido. La rabbia sale, Massi cerca il contatto. Fatico non poco a contenerlo. E' un ex ultras che ha bisogno di sangue ora, non il pacato padre di famiglia. La collutazione è imminente. Provo a trattenerlo mettendomi davanti a lui, ma con una forza inaudita mi spinge indietro, riesco solo a rallentare la sua furia, facciamo cadere tavoli e sedie, cappellino lo provoca arretrando calmo. Io da pacifista convinto lo esorto a non compromettersi e gli ricordo che ci sono i bambini e dobbiamo dargli l'esempio. La violenza è spesso inutile, ma quando ci vole ci vole. mi risponde. Massi si divincola dalla mia presa e prova a colpirlo, ci sono io davanti e i colpi non vanno a bersaglio, quello continua a ridere: ora lo lascio poi voglio vedè quanto ridi, gli urlo. Il cameriere mi dice: e lascialo vediamo che succede!
Penso che du belle lecche ti ridimensioneranno...coglione. Libero il Vannelli che si scaglia sul malcapitato con il pugno destro alzato, ma quando la mano si stà per unire al naso aquilino del furbetto, entra in mezzo un gigante rasato con la pettorina gialla con scritto Steward, con una mano immobilizza Massi e con l'altra spinge dentro cappellino. Il buttafuori, reduce dallo spareggio per non retrocedere, fra squadre di seconda categoria dell'interland, giocata in campo neutro, riporta l'ordine. Massi urla frasi sconnesse: sei solo chiacchiere e distintivo;... ma che te lo dico a fare... e si accende un Alfa senza filtro. Lo guardo attonito, lui non ha mai fumato, capisce il mio stupore e si spiega: sono anni che me le porto dietro per un momento così! Nel frattempo si era formato un capannello intorno a noi. Il popolo si nutre di sangue, è risaputo. Un signore di mezza età, intraprendente come un napoletano, si era elevato a "Banco"e aveva già dato le quote, i più stavano scommettendo sulla vittoria del Vannelli prima del limite, ma c'erano anche alcuni che, per guadagnare di più, scommettevano su Cappellino.
Sono indeciso su come riportare tutti alla "normalità", nello zaino del perfetto Black Block ho: una molotov, un lacrimogeno e una fialetta puzzolente residuo di carnevali passati. Opto per il lacrimogeno, mi piacciono i finale commoventi.
Lancio il lacrimogeno e i soldi alla cameriera (perchè noi non si va via senza pagare) e le dico che con il resto compri un cappello decente al suo capo... si sentono le sirene, la polizia stà arrivando e noi fischiettando ci dileguiamo...
Sotto nella foto.
P.s questo è quello che resta del crotalo delle asturie.Le indagini sono ancora in corso...
il direttore
sf
domenica 23 giugno 2013
BUFFET...???
Firenze ore 12:15 33°puntata
...l'agognato buffet, come la minima di Bucarest, non pervenuto. Paese che vai usanze che trovi.
Propongo un brindisi alla splendida giornata e all'ottimo risultato ottenuto in gara. Jari e le bambine con le loro limonate, noi con Campari, Spritz, Prosecco e Silvia una spremuta d'arance.
Col Vannelli ci scambiamo sguardi perplessi, non capiamo come mai non si siano degnati di portarci nemmeno due noccioline.
Massi mi chiede: in codesto zaino da mago Silvan non c'è rimasto niente tipo barrette energetiche o altre seghe commestibili? L'avevo quasi dimenticato, tiro fuori i carciofini sott'olio avanzati durante la gara. Ma ogni mago che si rispetti ha nel suo cilindro un coniglio bianco, e, con grande stupore dei presenti, metto sul tavolo un contenitore con del coniglio in scottiglia con le prugne, piccolo avanzo della sera prima... Come diceva il poro Lozzi... So' un mago del terzo strato io (il volgo).
Il cameriere capisce, e si avvicina con un piccolo vassoio, finalmente, pensiamo noi.
Ma lo spettacolo che si presenta è davvero grottesco, cinque olive verdi, otto pezzi molto piccoli di schiaccia del giorno prima tanto è dura...ei ei lamentino, fermo fermo, ma quello li è Beluga? Il pregiato caviale del mar Caspio?... povero illuso, quelle palline nere rinseccolite sono olive nere di infima qualità. Oh cappellino ci vai affanculo... Mentre si allontana gli dico: grazie, ma non ti dovevi disturbare con tutto sto' ben di dio.
Pentiti come un collaboratore di giustizia per la scelta di stò cazzo di bar, abbozziamo con una alzata di spalle collettiva.
Jari e Laura filosofeggiano sulla scuola, le piccole, Irene e Paloma invece, hanno trovato un mucchietto di sabbia, (residuo di un cantiere o lettiera per gatti?) e si mettono a giocare, provano a fare castelli di sabbia ma senza acqua è difficile, e loro, molto creative, usano la Lemonsoda.
Gli faccio notare che non sono le figlie di Briatore, ma loro non si scompongono e continuano.
Ho fame e chiedo al resto del branco se è un sentore comune. Massi ironizza: con tutto 'sto buffè posso arrivare tranquillamente a cena!
Cappellino è sparito all'interno, chiedo il conto alla ragazza che lo coadiuva...
il direttore
sf
...l'agognato buffet, come la minima di Bucarest, non pervenuto. Paese che vai usanze che trovi.
Propongo un brindisi alla splendida giornata e all'ottimo risultato ottenuto in gara. Jari e le bambine con le loro limonate, noi con Campari, Spritz, Prosecco e Silvia una spremuta d'arance.
Col Vannelli ci scambiamo sguardi perplessi, non capiamo come mai non si siano degnati di portarci nemmeno due noccioline.
Massi mi chiede: in codesto zaino da mago Silvan non c'è rimasto niente tipo barrette energetiche o altre seghe commestibili? L'avevo quasi dimenticato, tiro fuori i carciofini sott'olio avanzati durante la gara. Ma ogni mago che si rispetti ha nel suo cilindro un coniglio bianco, e, con grande stupore dei presenti, metto sul tavolo un contenitore con del coniglio in scottiglia con le prugne, piccolo avanzo della sera prima... Come diceva il poro Lozzi... So' un mago del terzo strato io (il volgo).
Il cameriere capisce, e si avvicina con un piccolo vassoio, finalmente, pensiamo noi.
Ma lo spettacolo che si presenta è davvero grottesco, cinque olive verdi, otto pezzi molto piccoli di schiaccia del giorno prima tanto è dura...ei ei lamentino, fermo fermo, ma quello li è Beluga? Il pregiato caviale del mar Caspio?... povero illuso, quelle palline nere rinseccolite sono olive nere di infima qualità. Oh cappellino ci vai affanculo... Mentre si allontana gli dico: grazie, ma non ti dovevi disturbare con tutto sto' ben di dio.
Pentiti come un collaboratore di giustizia per la scelta di stò cazzo di bar, abbozziamo con una alzata di spalle collettiva.
Jari e Laura filosofeggiano sulla scuola, le piccole, Irene e Paloma invece, hanno trovato un mucchietto di sabbia, (residuo di un cantiere o lettiera per gatti?) e si mettono a giocare, provano a fare castelli di sabbia ma senza acqua è difficile, e loro, molto creative, usano la Lemonsoda.
Gli faccio notare che non sono le figlie di Briatore, ma loro non si scompongono e continuano.
Ho fame e chiedo al resto del branco se è un sentore comune. Massi ironizza: con tutto 'sto buffè posso arrivare tranquillamente a cena!
Cappellino è sparito all'interno, chiedo il conto alla ragazza che lo coadiuva...
il direttore
sf
venerdì 21 giugno 2013
...QUESTA E' L'ORA SENZA PARI...QUESTA E' L'ORA DEL CAMPARI...
Firenze: ora del Campari 32° puntata
...per piazzarsi al tavolo ci vuole quanto a piazzare una trebbia a fermo. Chi vuole l'ombra, chi il sole, chi mezzo sole e mezza ombra.
Il cameriere ci scruta da lontano con un ghigno infastidito, certi sguardi, ad altre altitudini avrebbero causato il ferito grave.
Veniamo attorniati dalle mosche, forse una lavatina male non ci faceva.
Faccio cenno all'inserviente che siamo pronti per ordinare.
Ammazziamo l'attesa con futili chiacchiere, e racconti di episodi che ci hanno visti protagonisti durante la gara. L'interesse delle nostre mogli e di Silvia è inversamente proporzionale alla nostra enfasi nel raccontare. L'unico che pare davvero interessato è Jari che ci tempesta di domande. E' curioso di sapere il nostro piazzamento, io temporeggio, non trovo le parole per dire a mio figlio che so' arrivato terz'ultimo. Chiarisco che arrivare primi al traguardo è meno importante del percorso che si è fatto per arrivare o degli incontri fatti durante il tragitto... Oh bravo, con quattro parole sei riuscito a concludere la carriera di eroe di tuo figlio. E' una cosa che normalmete avviene verso i 15 anni... ce l'hai fatta con sette anni di anticipo.
Massi mi viene in soccorso, e dice a Jari: Vincere non è arrivare primi, ma migliorare se stessi (dal vangelo secondo Aldo Rock). Jari mi guarda ancora più confuso. Chiudo il discorso dicendogli che questa gliela spiegherò quando sarà più grande.
Arriva in nostro soccorso Cappellino (il cameriere, ribatezzato cosi per il bizzarro copricapo che indossa), posa sul tavolo il vassoio e Jari, finalmente, si distrae cercando la sua limonata.
Guardo fra gli steli dei calici se nel vassoio c'è una parvenza di buffet...
il direttore
sf
...per piazzarsi al tavolo ci vuole quanto a piazzare una trebbia a fermo. Chi vuole l'ombra, chi il sole, chi mezzo sole e mezza ombra.
Il cameriere ci scruta da lontano con un ghigno infastidito, certi sguardi, ad altre altitudini avrebbero causato il ferito grave.
Veniamo attorniati dalle mosche, forse una lavatina male non ci faceva.
Faccio cenno all'inserviente che siamo pronti per ordinare.
Ammazziamo l'attesa con futili chiacchiere, e racconti di episodi che ci hanno visti protagonisti durante la gara. L'interesse delle nostre mogli e di Silvia è inversamente proporzionale alla nostra enfasi nel raccontare. L'unico che pare davvero interessato è Jari che ci tempesta di domande. E' curioso di sapere il nostro piazzamento, io temporeggio, non trovo le parole per dire a mio figlio che so' arrivato terz'ultimo. Chiarisco che arrivare primi al traguardo è meno importante del percorso che si è fatto per arrivare o degli incontri fatti durante il tragitto... Oh bravo, con quattro parole sei riuscito a concludere la carriera di eroe di tuo figlio. E' una cosa che normalmete avviene verso i 15 anni... ce l'hai fatta con sette anni di anticipo.
Massi mi viene in soccorso, e dice a Jari: Vincere non è arrivare primi, ma migliorare se stessi (dal vangelo secondo Aldo Rock). Jari mi guarda ancora più confuso. Chiudo il discorso dicendogli che questa gliela spiegherò quando sarà più grande.
Arriva in nostro soccorso Cappellino (il cameriere, ribatezzato cosi per il bizzarro copricapo che indossa), posa sul tavolo il vassoio e Jari, finalmente, si distrae cercando la sua limonata.
Guardo fra gli steli dei calici se nel vassoio c'è una parvenza di buffet...
il direttore
sf
martedì 18 giugno 2013
FESTEGGIAMENTI 2° PARTE
Firenze ora dell'aperitivo 31° puntata
...Portati in trionfo dalle odalische della nostra scuderia, andiamo a ritirare i premi in natura (niente donnine di debolissima virtù, non vi illudete) gentilmente offerti dagli sponsor. I premi sono quelli tipici di una gara di briscola, io mi aggiudico una spalla di maiale, Michela una forma di cacio, (la ritiriamo noi per lei che è dovuta scappare) e Massi, 3° classificato, un sacchetto di lupini.
Il caos c'ha stancato, propongo di andare a fare un aperitivo fuori dal centro, Massi dice: Ok, ma vorrei fare una doccia. Lo guardo stupito e replico: Hai sudato quanto un cantoniere, non credo che tu abbia bisogno della doccia.
Silvia, il nostro cicerone, ci fa cenno di seguirla, avanziamo fra cetacei, probabilmente americani, che divorano gelati di dimensioni bibliche.
Vaghiamo dietro la nostra guida per un labirinto di viuzze che ci porterà, spero, ad un meritatissimo Campari.
Dopo lungo peregrinare arriviamo in una piccola piazzetta.
Ci sono due bar con sporadici turisti, scegliamo il meno affollato.
Il cameriere ci si para innanzi con un sorisetto beffardo, indica un tavolo, e noi, ignari del nostro destino, ci sediamo...
il direttore
sf
...Portati in trionfo dalle odalische della nostra scuderia, andiamo a ritirare i premi in natura (niente donnine di debolissima virtù, non vi illudete) gentilmente offerti dagli sponsor. I premi sono quelli tipici di una gara di briscola, io mi aggiudico una spalla di maiale, Michela una forma di cacio, (la ritiriamo noi per lei che è dovuta scappare) e Massi, 3° classificato, un sacchetto di lupini.
Il caos c'ha stancato, propongo di andare a fare un aperitivo fuori dal centro, Massi dice: Ok, ma vorrei fare una doccia. Lo guardo stupito e replico: Hai sudato quanto un cantoniere, non credo che tu abbia bisogno della doccia.
Silvia, il nostro cicerone, ci fa cenno di seguirla, avanziamo fra cetacei, probabilmente americani, che divorano gelati di dimensioni bibliche.
Vaghiamo dietro la nostra guida per un labirinto di viuzze che ci porterà, spero, ad un meritatissimo Campari.
Dopo lungo peregrinare arriviamo in una piccola piazzetta.
Ci sono due bar con sporadici turisti, scegliamo il meno affollato.
Il cameriere ci si para innanzi con un sorisetto beffardo, indica un tavolo, e noi, ignari del nostro destino, ci sediamo...
il direttore
sf
giovedì 13 giugno 2013
FESTEGGIAMENTI 1° PARTE
Firenze ore 11:00 30° puntata
... In questo campo noi Cinigianesi siamo imbattibili...
E' finita.
E' da più di un mese che non ho fatto altro che pensare a questa corsa. Ai 100 metri finali avrei voluto fermare il tempo.
Se esistesse il paradiso, sarebbe fatto di momenti come questo.
Per dirla con Carmen Consoli, mi sento confuso e felice.
Prendiamo il pacco ai gazebo, dentro c'è anche la Bertier, l'acqua più gassata del mondo, c'è il serio rischio che inizi una gara di rutti.
Quel capolavoro di genetica che sono il Trio Medusa, stanno premiando la ragazza che ha vinto la 10km in soli 37 minuti (manco c'avesse il motorino).
Dobbiamo raggiungere il palco, ma è difficile come contare le formiche.
Mi illumino, accendo il megafono e dico: Fate passare, servizio animazione a terra... grazie. Le genti si aprono come le acque a Mosè. Siamo nella zona calda.
Sale anche Linus sul palco, ma dal vivo fatica ad essere simpatico, arriva anche Renzi, ora si che siamo davvero tutti. Poche parole e non vedono l'ora di scappare, meno male che il Trio c'è.
Piazza Santa Croce è invasa da tanta gente con quel sorriso ebete stampato sulla faccia di chi ha appena goduto.
ci chiede se facciamo una foto...
Michela è dovuta scappare per lavoro. Far parte del team Le Ficarì le ha dato molta visibilità e il mobilificio Ciardi ne trarrà vantaggio...
Salutiamo il simpatico Matteo e andiamo a ritirare i nostri premi...
Linus, stai calmo... stavo scherzando...
il direttore
sf
... In questo campo noi Cinigianesi siamo imbattibili...
E' finita.
E' da più di un mese che non ho fatto altro che pensare a questa corsa. Ai 100 metri finali avrei voluto fermare il tempo.
Se esistesse il paradiso, sarebbe fatto di momenti come questo.
Per dirla con Carmen Consoli, mi sento confuso e felice.
Prendiamo il pacco ai gazebo, dentro c'è anche la Bertier, l'acqua più gassata del mondo, c'è il serio rischio che inizi una gara di rutti.
Quel capolavoro di genetica che sono il Trio Medusa, stanno premiando la ragazza che ha vinto la 10km in soli 37 minuti (manco c'avesse il motorino).
Dobbiamo raggiungere il palco, ma è difficile come contare le formiche.
Mi illumino, accendo il megafono e dico: Fate passare, servizio animazione a terra... grazie. Le genti si aprono come le acque a Mosè. Siamo nella zona calda.
Sale anche Linus sul palco, ma dal vivo fatica ad essere simpatico, arriva anche Renzi, ora si che siamo davvero tutti. Poche parole e non vedono l'ora di scappare, meno male che il Trio c'è.
Piazza Santa Croce è invasa da tanta gente con quel sorriso ebete stampato sulla faccia di chi ha appena goduto.
Ci viene incontro Matteo Curti (la mente di DeeJay Chiama Italia) e
ci chiede se facciamo una foto...
Michela è dovuta scappare per lavoro. Far parte del team Le Ficarì le ha dato molta visibilità e il mobilificio Ciardi ne trarrà vantaggio...
Salutiamo il simpatico Matteo e andiamo a ritirare i nostri premi...
Linus, stai calmo... stavo scherzando...
il direttore
sf
lunedì 10 giugno 2013
L'ARRIVO...
Firenze ....... 29° puntata
...e ora sotto con gli altri sei mila... nello zaino ho "l'effetto speciale" che potrebbe far pendere la bilancia dalla nostra parte.
Sono combattuto, etica o risultato a tutti i costi? Il dilemma è se prendere o meno la pozione che l'ex ciclista ha preparato per me. Lo strano cocktail funziona, l'ho testato sul mio gatto in settimana. Il felino è schizzato via (sembrava Bip Bip, lo struzzo imprendibile del Cartoon Willie il coyote) per riapparire due giorni dopo, con le zampe consumate e strani tic, per il resto sembra normale... oddio, normale... chiede gli spiccioli!
Indugio con la bottiglietta in mano, poi do un bel sorso e la passo ai miei compagni, l'effetto è immediato, iniziamo a nitrire e via de Guicciardini la facciamo senza toccare i piedi per terra, su Ponte Vecchio i turisti provano a fotografarci ma veniamo sfocati tanto siamo veloci. Siamo agli ultimi 500 metri, davanti a noi ne sono rimasti una ventina. Si girano terrorizzati quando sentono con che furia stiamo per asfaltarli... ai 100 metri la nostra rocambolesca rimonta è compiuta, ora è una lotta tutta interna al team Le Ficarì. Taglio il traguardo per primo e prima di stramazzare al suolo urlo la celebre frase che disse Tonino quando, dopo ben 23 anni di caccia al cinghiale abbatté il suo primo cinghiale: MAMMA HAI FATTO UN FENOMENO! Massi, per galanteria, dà strada a Michela, il podio è tutto nostro, sembriamo la squadra femminile di scherma.
Era così che l'avevo sognata, (senza doping, ne test su cavie animali sia chiaro) quando col cuore gonfio di speranza m'ero presentato al nastro di partenza.
In realtà gli ultimi due km abbiamo dato spettacolo, tanto che, una signora ci ha chiesto se facessimo parte dell'animazione. Sì, ho risposto, animazione non retribuita però.
Su un Ponte Vecchio gremito di turisti festanti ho urlato alla Guido Meda: Al MIO VIA SCATENATE L'INFERNOOO
Suscitando risate, vista la nostra andatura da regime di safety car.
Vediamo gli archi di gomma dell'arrivo. I cinquanta metri finali li facciamo con Massi che fa la musica di "Momenti di Gloria" e noi che ci muoviamo al rallentatore tra due ali di tifosi che ci applaudono.
Tagliamo il traguardo tenendoci per
Dietro di noi solo una donna col passeggino e un falso invalido. Il nostro tempo, 49 minuti (5km) è imbarazzante. La vergogna ci fa disertare la conferenza stampa.
Unica consolazione la vittoria nella gara a squadre, categoria squadre miste con almeno uno in sovrappeso.
Filini Fantozzi e la signorina Silvani si concedono ai tifosi per alcune foto.
...A seguire i
festeggiamenti...
Ps.da non perdere...
il direttore
sf
...e ora sotto con gli altri sei mila... nello zaino ho "l'effetto speciale" che potrebbe far pendere la bilancia dalla nostra parte.
Sono combattuto, etica o risultato a tutti i costi? Il dilemma è se prendere o meno la pozione che l'ex ciclista ha preparato per me. Lo strano cocktail funziona, l'ho testato sul mio gatto in settimana. Il felino è schizzato via (sembrava Bip Bip, lo struzzo imprendibile del Cartoon Willie il coyote) per riapparire due giorni dopo, con le zampe consumate e strani tic, per il resto sembra normale... oddio, normale... chiede gli spiccioli!
Indugio con la bottiglietta in mano, poi do un bel sorso e la passo ai miei compagni, l'effetto è immediato, iniziamo a nitrire e via de Guicciardini la facciamo senza toccare i piedi per terra, su Ponte Vecchio i turisti provano a fotografarci ma veniamo sfocati tanto siamo veloci. Siamo agli ultimi 500 metri, davanti a noi ne sono rimasti una ventina. Si girano terrorizzati quando sentono con che furia stiamo per asfaltarli... ai 100 metri la nostra rocambolesca rimonta è compiuta, ora è una lotta tutta interna al team Le Ficarì. Taglio il traguardo per primo e prima di stramazzare al suolo urlo la celebre frase che disse Tonino quando, dopo ben 23 anni di caccia al cinghiale abbatté il suo primo cinghiale: MAMMA HAI FATTO UN FENOMENO! Massi, per galanteria, dà strada a Michela, il podio è tutto nostro, sembriamo la squadra femminile di scherma.

Era così che l'avevo sognata, (senza doping, ne test su cavie animali sia chiaro) quando col cuore gonfio di speranza m'ero presentato al nastro di partenza.
In realtà gli ultimi due km abbiamo dato spettacolo, tanto che, una signora ci ha chiesto se facessimo parte dell'animazione. Sì, ho risposto, animazione non retribuita però.
Su un Ponte Vecchio gremito di turisti festanti ho urlato alla Guido Meda: Al MIO VIA SCATENATE L'INFERNOOO
Suscitando risate, vista la nostra andatura da regime di safety car.
Vediamo gli archi di gomma dell'arrivo. I cinquanta metri finali li facciamo con Massi che fa la musica di "Momenti di Gloria" e noi che ci muoviamo al rallentatore tra due ali di tifosi che ci applaudono.
Tagliamo il traguardo tenendoci per

Unica consolazione la vittoria nella gara a squadre, categoria squadre miste con almeno uno in sovrappeso.

Filini Fantozzi e la signorina Silvani si concedono ai tifosi per alcune foto.
...A seguire i
festeggiamenti...
Ps.da non perdere...
il direttore
sf
domenica 9 giugno 2013
LA GARA 4° PARTE
Firenze 10:30 28°puntata
...la speranza è una flebile fiammella che però arde ancora.
Ho un impellente bisogno di pisciare ma di alberi nemmeno l'ombra. Sogno un catetere.
Affianco un gruppetto di amatori che fanno da scorta ad un agglomerato di adipe, per superarli non abbiamo bisogno del DRS (Kerz).
Da Porta Romana stanno arrivando quelli della 10 km, (noi facciamo la 5 km) li vediamo sfilare ad una andatura da ghepardi, sembrano posseduti. Siamo tra i doppiati, tutto questo non fa bene al nostro ego.
Immagino che per correre così occorra tanto allenamento oppure Epo a fiumi, questo non ci è dato sapere...
In lontananza si odono bestemmie inenarrabili, un tipo deve aver pestato una merda di cane visto le inequivocabili tracce che lascia. Inveisce contro l'altissimo, reo di aver creato i padroni dei cani che non raccolgono la cacca dei loro surrogati di figli. Specie, purtroppo, in netta espansione.
Passandogli accanto minimizzo il suo infortunio dicendogli: Che vuoi che sia una cacchetta... riesco solo a tirargli fuori altre articolate bestemmie e imprecazioni contro santi a me ignoti. Si scoprirà più tardi che è stato squalificato per blasfemia.
Via Romana più che da runner, è intasata da cariatidi già in decomposizione. E' molto difficile sorpassare.
Evoco nella mia mente Pegaso, il cavallo alato, non l'elisoccorso del 118. Volare si, forse è l'unica possibilità che abbiamo per vincere.
Davanti a palazzo Pitti la folla ci incita a non arrenderci, colpiti nell'orgoglio abbiamo un sussulto, approfittando del fatto che la via in quel punto si allarga, mettiamo la freccia, e ne superiamo, non esagero, 4 mila...
il direttore
sf
...la speranza è una flebile fiammella che però arde ancora.
Ho un impellente bisogno di pisciare ma di alberi nemmeno l'ombra. Sogno un catetere.
Affianco un gruppetto di amatori che fanno da scorta ad un agglomerato di adipe, per superarli non abbiamo bisogno del DRS (Kerz).
Da Porta Romana stanno arrivando quelli della 10 km, (noi facciamo la 5 km) li vediamo sfilare ad una andatura da ghepardi, sembrano posseduti. Siamo tra i doppiati, tutto questo non fa bene al nostro ego.
Immagino che per correre così occorra tanto allenamento oppure Epo a fiumi, questo non ci è dato sapere...
In lontananza si odono bestemmie inenarrabili, un tipo deve aver pestato una merda di cane visto le inequivocabili tracce che lascia. Inveisce contro l'altissimo, reo di aver creato i padroni dei cani che non raccolgono la cacca dei loro surrogati di figli. Specie, purtroppo, in netta espansione.
Passandogli accanto minimizzo il suo infortunio dicendogli: Che vuoi che sia una cacchetta... riesco solo a tirargli fuori altre articolate bestemmie e imprecazioni contro santi a me ignoti. Si scoprirà più tardi che è stato squalificato per blasfemia.
Via Romana più che da runner, è intasata da cariatidi già in decomposizione. E' molto difficile sorpassare.
Evoco nella mia mente Pegaso, il cavallo alato, non l'elisoccorso del 118. Volare si, forse è l'unica possibilità che abbiamo per vincere.
Davanti a palazzo Pitti la folla ci incita a non arrenderci, colpiti nell'orgoglio abbiamo un sussulto, approfittando del fatto che la via in quel punto si allarga, mettiamo la freccia, e ne superiamo, non esagero, 4 mila...
il direttore
sf
giovedì 6 giugno 2013
LA GARA 3° PARTE
Firenze ore 10: 10 circa 27° puntata
...Nonostante i ripetuti attacchi siamo ancora indietro come le palle del cane.
Confabulo con i miei gregari su quale tattica possa farci rientrare nel gruppo che si contenderà la vittoria.
Massi sottolinea che Aldo Rock sarà orgoglioso di noi anche se arriviamo ultimi.
Mi dissocio e faccio notare al mio compagno, che a Siena chi arriva secondo lo picchiano e gli ricordo che De Coubertin, in realtà, fù frainteso. Ne nasce una discussione piuttosto animata che rischia ripetutamente di sfociare in una rissa, che non avrebbe precedenti. Michela sarcastica ci riporta all'ordine: Quando avete finito con questo pacato dibattito possiamo provare a recuperare??
Non del tutto convinti, eseguiamo l'ordine di non belligeranza impostoci dalla Ciardi, ripromettendoci però, a gesti, una resa dei conti.
Il mio naso da segugio e un vento favorevole mi permettono di intercettare profumo di ganja, mmmh..c'è qualcuno che fa ricreazione. Cerco di seguirne la scia per vedere se il proprietario la fa girare, ma niente.
Tendo la mano al Vannelli che accetta di buon grado, il team Le Ficarì è tornato compatto. Alla fine siamo come quelli che tosano i maiali: Tanto chiasso e poca lana!!
Dal mio zaino, come calumè della pace tiro fuori 2 bustine di Cordiale (1), ne passo una a Massi e ce le scoliamo d'un fiato.
Dopo il cicchetto mi sento rinvigorito, Massi scuote la testa e impreca contro di me.
Imbocchiamo via dei Serragli e chiedo ad un pensionato tra il pubblico se per caso ha contato quelli che sono passati. Mi risponde che secondo le sue stime saranno passati nove mila 800.
E' uno schock, non voglio che la DeeJayTen diventi la mia Waterloo. Si insinua nella mia testa un pensiero che non riesco a scacciare: Forse non ce la farò a vincere stà cazzo di corsa... But... Don't say cat...
(1) Cordiale: cognac in bustina di plastica dato in dotazione ai militari.
il direttore
sf
...Nonostante i ripetuti attacchi siamo ancora indietro come le palle del cane.
Confabulo con i miei gregari su quale tattica possa farci rientrare nel gruppo che si contenderà la vittoria.
Massi sottolinea che Aldo Rock sarà orgoglioso di noi anche se arriviamo ultimi.
Mi dissocio e faccio notare al mio compagno, che a Siena chi arriva secondo lo picchiano e gli ricordo che De Coubertin, in realtà, fù frainteso. Ne nasce una discussione piuttosto animata che rischia ripetutamente di sfociare in una rissa, che non avrebbe precedenti. Michela sarcastica ci riporta all'ordine: Quando avete finito con questo pacato dibattito possiamo provare a recuperare??
Non del tutto convinti, eseguiamo l'ordine di non belligeranza impostoci dalla Ciardi, ripromettendoci però, a gesti, una resa dei conti.
Il mio naso da segugio e un vento favorevole mi permettono di intercettare profumo di ganja, mmmh..c'è qualcuno che fa ricreazione. Cerco di seguirne la scia per vedere se il proprietario la fa girare, ma niente.
Tendo la mano al Vannelli che accetta di buon grado, il team Le Ficarì è tornato compatto. Alla fine siamo come quelli che tosano i maiali: Tanto chiasso e poca lana!!
Dal mio zaino, come calumè della pace tiro fuori 2 bustine di Cordiale (1), ne passo una a Massi e ce le scoliamo d'un fiato.
Dopo il cicchetto mi sento rinvigorito, Massi scuote la testa e impreca contro di me.
Imbocchiamo via dei Serragli e chiedo ad un pensionato tra il pubblico se per caso ha contato quelli che sono passati. Mi risponde che secondo le sue stime saranno passati nove mila 800.
E' uno schock, non voglio che la DeeJayTen diventi la mia Waterloo. Si insinua nella mia testa un pensiero che non riesco a scacciare: Forse non ce la farò a vincere stà cazzo di corsa... But... Don't say cat...
(1) Cordiale: cognac in bustina di plastica dato in dotazione ai militari.
il direttore
sf
martedì 4 giugno 2013
LA GARA 2° PARTE
Firenze verso le 10:00 26° puntata
...sulla scia di Michela recuperiamo diverse posizioni.
L'aria si fä pesante, l'acre odore di sugo da ascella pezzata impregna anche i muri, peccato non avere un bel raffreddore. Ora va bene il risparmio idrico, ma con quanto è piovuto quest'inverno (e non ha ancora smesso) almeno una doccettina veloce, visto che avevi da stare in mezzo a 10mila persone, la potevi anche fare no??. Cerchiamo aria come apneisti. Il Vannelli sentenzia al megafono: Forse c'è qualcuno allergico al sapone??. Le genti si annusano le ascelle quasi all'unisono.
Tutti scuotono il capo decretando la loro innocenza. Massi chiosa sarcastico: Allora sarò io che puzzo.
Un tipo mi chiede se gli presto il megafono. La mia educazione Steineriana mi vieta scortesie verso il prossimo e glielo passo. Urla come un ossesso: PINOCCHIO PINOCCHIO!!! La credibilità è un bene prezioso, rifletto.
Cinquanta metri piu avanti si gira un uomo sulla quarantina e tutto diventa chiaro, di profilo sembra un pesce spada.
Continuando ad attaccare, superiamo un gruppetto di tardoncelle, (milf) che a giudicare dal telaio hanno fatto la fortuna di molti chirurghi estetici.
Non siamo ancora al giro di boa (2,5 km) e ci sono già i primi ritiri per crampi. Ma chi v'allena Danilo da Fiumicino???
Non è facile guadagnare posizioni, nelle retrovie siamo fitti come il buio. Provo a passare dal marciapiede, ma si rivela una pessima idea, metto male il piede in una rampa per disabili ed il ginocchio mi fà un movimento inconsulto.
Le scorie del lavoro del maniscalco che in passato mi operò al ginocchio si fanno sentire. Avanzo sciancato come la scrofa di Bonifazio (Bonifazio: noto allevatore di suini degli anni '50. Divenuto famoso per la suddetta scrofa che soffriva di zoppia)
Per risalire in classifica facciamo come i ciclisti, corriamo in fila, questo astuto accorgimento ci fà risparmiare molte energie.
I nostri avversari mangiano barrette energetiche, io tiro fori dallo zaino un vasetto di carciofi sottolio e del capicollo, ma il nostro spuntino si rivela più difficile del previsto, e desistiamo.
A metà gara siamo ancora in una posizione imbarazzante. Come William Wallace (Brave Heart) urlo ai miei compagni: Non è finita finchè non è finita!
Si gira verso di me la versione animata di Mastrolindo, il suo sguardo assassino mi fà desistere da urlare ancora!
Allunghiamo per evitare la colluttazione. Forse una bella rissa ci sarebbe stata proprio bene, visto che il tipo era un "portoghese" e non aveva neanche il pettorale!
Felice come un topo in un buco di groviera per lo scampato pericolo, risuono la carica...
il direttore
sf
...sulla scia di Michela recuperiamo diverse posizioni.
L'aria si fä pesante, l'acre odore di sugo da ascella pezzata impregna anche i muri, peccato non avere un bel raffreddore. Ora va bene il risparmio idrico, ma con quanto è piovuto quest'inverno (e non ha ancora smesso) almeno una doccettina veloce, visto che avevi da stare in mezzo a 10mila persone, la potevi anche fare no??. Cerchiamo aria come apneisti. Il Vannelli sentenzia al megafono: Forse c'è qualcuno allergico al sapone??. Le genti si annusano le ascelle quasi all'unisono.
Tutti scuotono il capo decretando la loro innocenza. Massi chiosa sarcastico: Allora sarò io che puzzo.
Un tipo mi chiede se gli presto il megafono. La mia educazione Steineriana mi vieta scortesie verso il prossimo e glielo passo. Urla come un ossesso: PINOCCHIO PINOCCHIO!!! La credibilità è un bene prezioso, rifletto.
Cinquanta metri piu avanti si gira un uomo sulla quarantina e tutto diventa chiaro, di profilo sembra un pesce spada.
Continuando ad attaccare, superiamo un gruppetto di tardoncelle, (milf) che a giudicare dal telaio hanno fatto la fortuna di molti chirurghi estetici.
Non siamo ancora al giro di boa (2,5 km) e ci sono già i primi ritiri per crampi. Ma chi v'allena Danilo da Fiumicino???
Non è facile guadagnare posizioni, nelle retrovie siamo fitti come il buio. Provo a passare dal marciapiede, ma si rivela una pessima idea, metto male il piede in una rampa per disabili ed il ginocchio mi fà un movimento inconsulto.
Le scorie del lavoro del maniscalco che in passato mi operò al ginocchio si fanno sentire. Avanzo sciancato come la scrofa di Bonifazio (Bonifazio: noto allevatore di suini degli anni '50. Divenuto famoso per la suddetta scrofa che soffriva di zoppia)
Per risalire in classifica facciamo come i ciclisti, corriamo in fila, questo astuto accorgimento ci fà risparmiare molte energie.
I nostri avversari mangiano barrette energetiche, io tiro fori dallo zaino un vasetto di carciofi sottolio e del capicollo, ma il nostro spuntino si rivela più difficile del previsto, e desistiamo.
A metà gara siamo ancora in una posizione imbarazzante. Come William Wallace (Brave Heart) urlo ai miei compagni: Non è finita finchè non è finita!
Si gira verso di me la versione animata di Mastrolindo, il suo sguardo assassino mi fà desistere da urlare ancora!
Allunghiamo per evitare la colluttazione. Forse una bella rissa ci sarebbe stata proprio bene, visto che il tipo era un "portoghese" e non aveva neanche il pettorale!
Felice come un topo in un buco di groviera per lo scampato pericolo, risuono la carica...
il direttore
sf
domenica 2 giugno 2013
LA GARA 1° PARTE
Firenze ore 9:30 in 10mila al via 25° puntata
Ci siamo...aspetto questo momento da più di un mese. Da una parte ho una paura ancestrale, l'idea di essere in mezzo a tutta questa gente mi da claustrofobia... dall'altra penso che sia "bellissimo perdersi in quest'incantesimo OoooOOooh".
Il mossiere spara, l'onda viola davanti a noi resta immobile. Sentiamo la terra sotto i nostri piedi tremare. Siamo di rincorsa (parecchio dietro). Fortunatamente l'ordine di partenza non è stabilito dai tempi personali, altrimenti ci toccava partire da Empoli.
Insieme allo sparo sentiamo un boato e muoviamo i primi passi. Una bolgia così l'avevo vissuta soltanto alla Catedral di San Mames, il mitico stadio dell'Atletico Bilbao. (purtroppo la prossima settimana verrà distrutto)
Per uscire da piazza della Signoria c'è un imbuto abbastanza stretto, gomitate, spinte, cianchetti, questi sò pazzi. Il fair Play è come i dinosauri... estinto. L'etica del team ci impedisce scorrettezze. La nostra eleganza è sconfinata, io dò strada alle donne mimando il gesto di togliermi il cappello. Discrete Milf sorridono compiaciute.
Dopo i primi cinquecento metri siamo praticamente ultimi. Mi illumino e tiro fuori dal mio zaino il megafono... comincia la nostra corsa.
Capocordata Massi-Calboni fà un andatura che definire blanda è un eufemismo, avrei tempo di fermarmi a fumare un cicchino e fare un Campari se volessi.
Basta cò le cazzate, io non sò bono a perdere, urlo nel megafono e sprono i miei compagni ad accellerare. Sembro la parodia del sergente di Full Metal Jacket.
Michela parte come una valchiria, pare inseguita dai tori di Pamplona per San Firmino, invece che da due ex-torellini Maremmani come noi...
...inizia la rimonta...
il direttore
sf
sabato 1 giugno 2013
IL GIORNO DELLA GARA 2° PARTE
Firenze ore 8:00 24° puntata
Le parti migliori di me stanno ancora dormendo. Provo con Paloma che di solito è la più restia ad alzarsi, con uno scatto felino mi sorprende e si butta sul fratello costringendolo a svegliarsi. Jari ha i tempi di reazione di un ghiro appena uscito dal letargo, con una calma olimpica va in bagno ad espletare le formalità igieniche.
Ora viene il bello, la mia compagna pare ancora nel R.E.M (il sonno non il gruppo musicale), sono indeciso sul metodo di risveglio tra il dolce ed il traumatico, opto per un bacino sussurrato all'orecchio e un gavettone con una tazzina. Confusa, la mia dolce metà, mi assesta una gomitata in pieno volto che mi manda al tappeto, corro in bagno col naso, o quel che ne resta, fra le mani.
Riesco con fatica ad arginare l'emorragia, ci mancava anche questa!
Quando torno in camera sono tutti pronti. Chiedo spiegazioni ma Katja sostiene la tesi dell'involontarietà, le faccio notare che questo è un fallo da prova TV e stasera ne riparleremo.
Non ce la faremo mai ad arrivare all'appuntamento col Trio Medusa. I cuccioli hanno fame, sono il maschio alfa e spetta a me procacciare il cibo, Firenze è la nostra savana. Vedo un maiale disteso, sembra distratto se non addirittura addormentato, che occasione penso. Mi butto al collo e con le zampe davanti lo immobilizzo, mordo la giugulare ma non esce sangue. Sono attimi di terrore quelli che seguono, il porchettaio esce incazzato da dietro il banco brandendo un coltello che pare una spada, e chiede spiegazioni.
Stò rischiando seriamente il linciaggio, mi giustifico con la scusa della trance agonistica.
I cuccioli, divertiti, si godono il loro panino con la porchetta pagato, come un week end a Venezia.
Via de Guicciardini è invasa dai runner in maglietta viola a fare riscaldamento, scatti, progressioni, strecching e tante chiacchiere. Parlano correndo e si raccontano i tempi fantasmagorici che avrebbero (il condizionale è d'obbligo) fatto all'ultima gara a cui hanno partecipato.
Sembrano il cacciatore e il pescatore della famosa barzelletta...."o scorci l'anguilla o fò 'na strage..."
Io il mio riscaldamento l'ho già fatto dal porchettaio, unico problema è che masaraffaccia, come dicono i romani!
Ponte Vecchio e le vie che portano a piazza Santa Croce sono un fiume viola, sono in ritardo per l'appuntamento col Trio ma provo lo stesso, dopo poco mi devo arrendere, sò l'unico che va contromano.
Comincio il valzer delle telefonate con Massi e Michela, i miei compagni di squadra. Loro si che sono in ritardo, sono agitato come la sposa all'ultima prova vestito.
La gara parte alle 9:30 sono già le 9 e ancora non si vedono.
Finalmente in lontananza scorgo la chioma bionda di Michela avanzare come una di BayWatch, Massi è più dietro, gli urlo frasi irripetibili. Decidiamo, dopo votazione a scrutinio segreto, di correre con le maglie del team Le Ficarì. Siamo preda dei fotografi, veniamo immortalati da ogni organo di stampa...è evidente che siamo la squadra da battere...

intento a guardare un asino che vola...di quelli gonfiabili...
Siamo agli ordini dello starter...
il direttore
sf
giovedì 30 maggio 2013
IL GIORNO DELLA GARA 1° PARTE
Firenze ore 4:30 23° puntata
E' ancora buio, ma l'adrenalina mi impedisce di dormire, vado in terrazza e per sdrammatizzare accendo un cubano, sembro il boss dell' A-TEAM. Sono dieci anni che non fumo tra poco vomito. Pessima idea, mi girano la testa e i coglioni, stai a vedè che comprometto tutto.
Faccio la doccia e mi sento meglio, ma sono solo le sei e l'appuntamento col Trio Medusa è per le 8 e 45, provo 20 volte la pettinatura, manco fossi la sposa...
Rimedio un abbigliamento di fortuna ed esco a fare due passi..

Pronto ad uscire in
abbigliamento di fortuna.

In giro per Firenze come un Rockabilly, con lo sguardo verso il traguardo.
Giro come un can guasto, alla fine davanti a palazzo Pitti trovo un bar aperto. Prendo tre caffè corretti alla sambuca e finalmente mi rilasso...

Come si può notare nella foto, due giorni a Florence e faccio già tendenza, la ragazza emula la mia capigliatura ...
il direttore
sf
mercoledì 29 maggio 2013
LA VIGILIA 3° E ULTIMA PARTE
-1 Giorno alla DeeJayTen 22° puntata
Firenze ore 18:00 piazza Santa Croce
Finalmente il Trio Medusa è salito sul palco, vengono accolti da un boato da stadio. Invitano le genti ad andare a ritirare i baffi finti
(per chi non lo sapesse il Trio ha scommesso con Linus che sarebbero arrivati ad avere almeno 1000 runner coi baffi finti), iniziano un countdown farlocco, sembrano contare come si faceva quando si giocava a nascondino. 1000 arriva quasi subito, mi sà che hanno freddo e vogliono andare via, altre du cazzate e scendono, ma mi vedono e insistono per farsi una foto con me.
nella foto potete vedere la gioia del trio per essersi fatti la foto con me...che uomo magnanimo che sono
Tanto per cambià ripiove, menomale che stasera c'è la finale di champions league tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, forse riuscirò a rilassarmi.
La mia consorte tweeta la foto al Trio Medusa, loro la ritwittano e il mio blog ha un picco di audience mai visto. Puntualmente la macchina infernale si blocca avrà fatto indigestione di cazzate.
La partita non è gran che. Mi arrivano messaggi di incoraggiamento da ogni parte del mondo, dalla Svizzera all'Arabia Saudita, dagli States al Podernuovo, dalla Namibia a Sant'Antonio, dove Saimo (in quelle zone l'inglese, diciamo non è mai stata lingua madre) mi esorta a correre nel lato selvaggio della strada (credo sia la fossetta).
La tensione sale, il Bayern ha vinto e Robben è stato decisivo, voi vedè che domani si fà qualcosa di grande!!!
Vado a letto, bacio i miei cuccioli e provo a dormire... ho tanti pensieri, l'ultimo è: siamo più di 10 mila e io ho un unghia incarnita, come farò a non prendere neanche un pestone?
il direttore
sf
Firenze ore 18:00 piazza Santa Croce
Finalmente il Trio Medusa è salito sul palco, vengono accolti da un boato da stadio. Invitano le genti ad andare a ritirare i baffi finti
(per chi non lo sapesse il Trio ha scommesso con Linus che sarebbero arrivati ad avere almeno 1000 runner coi baffi finti), iniziano un countdown farlocco, sembrano contare come si faceva quando si giocava a nascondino. 1000 arriva quasi subito, mi sà che hanno freddo e vogliono andare via, altre du cazzate e scendono, ma mi vedono e insistono per farsi una foto con me.
nella foto potete vedere la gioia del trio per essersi fatti la foto con me...che uomo magnanimo che sono
Tanto per cambià ripiove, menomale che stasera c'è la finale di champions league tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, forse riuscirò a rilassarmi.
La mia consorte tweeta la foto al Trio Medusa, loro la ritwittano e il mio blog ha un picco di audience mai visto. Puntualmente la macchina infernale si blocca avrà fatto indigestione di cazzate.
La partita non è gran che. Mi arrivano messaggi di incoraggiamento da ogni parte del mondo, dalla Svizzera all'Arabia Saudita, dagli States al Podernuovo, dalla Namibia a Sant'Antonio, dove Saimo (in quelle zone l'inglese, diciamo non è mai stata lingua madre) mi esorta a correre nel lato selvaggio della strada (credo sia la fossetta).
La tensione sale, il Bayern ha vinto e Robben è stato decisivo, voi vedè che domani si fà qualcosa di grande!!!
Vado a letto, bacio i miei cuccioli e provo a dormire... ho tanti pensieri, l'ultimo è: siamo più di 10 mila e io ho un unghia incarnita, come farò a non prendere neanche un pestone?
il direttore
sf
martedì 28 maggio 2013
LA VIGILIA 2° PARTE
-1 giorno alla DeeJayTen 21°puntata
Sabato 25 maggio Firenze ore 12:00 a casa di Silvia.
Dalla finestra si vede il giardino di Boboli, è anche per questo che l'ho scelta come sede del mio ritiro.
Ho fame, sollecito la comitiva a uscire visto che il frigo è deserto.
Silvia sceglie una trattoria in zona. Entriamo, non c'è nessuno, alle pareti esposte le foto degli "Amici Miei" di Monicelli.
Al nostro tavolo arriva una ragazza turca, biscugina, da parte di mamma, di Ferzan Ozpetec, si presenta e mi chiede: Are you an actor?
Rispondo: Di scene ne ho sempre fatte tante, ma da qui a dire di essere un attore ce ne corre...
Mi butto sul fritto (pe stà leggero), che pare essere la specialità della casa.
Il locale ha un pubblico variegato, entra un signore con una gran voglia di vino (non sulla pelle) e mi biascica qualcosa che non comprendo.
Gli dico: Metti i sottotitoli che non ho capito 'na sega. Risponde il gestore del locale: Ha detto che gli ricordi un attore!
Mi sa che qui mi stanno a piglia pel culo...
Fuori stà ancora piovendo, torniamo a casa.
Intorno alle 5 smette di piovere, chiedo a mia moglie se le va di venire con me a ritirare i pettorali, mi accompagna.
Si avvalora ancora una volta di più il "teorema Centini", inizia di nuovo a diluviare.
Ci ripariamo dentro ad un negozio di scarpe, la commessa mi fà: ma lei è un ex calciatore? Penso che in questa città stiano attentando alla mia modestia!
Arriviamo in piazza Santa Croce e c'è una fila al ritiro pettorali come ai bagni chimici al concerto del primo Maggio!
Con mia moglie ci perdiamo subito, mi guardo in giro ma niente non la vedo. Mi si avvicina un tipo completamente glabro, si presenta come "Codino", lo guardo perplesso e allora lui si giustifica: Codino non sta per i capelli, ma per i peli del culo che ho talmente lunghi che ogni volta che scorreggio mi frusto, si gira e mi mostra vistose cicatrici sulla schiena... ma oggi toccano tutti a me, o sò su "scherzi a parte".
Il Trio Medusa è come la primavera, tarda ad arrivare, aspettano che smetta di piovere...
Ritiro i pettorali per il team "Le Ficarì" e con il mio ombrello pregiato vado sotto il palco ad aspettare il Trio...
il direttore
sf
Sabato 25 maggio Firenze ore 12:00 a casa di Silvia.
Dalla finestra si vede il giardino di Boboli, è anche per questo che l'ho scelta come sede del mio ritiro.
Ho fame, sollecito la comitiva a uscire visto che il frigo è deserto.
Silvia sceglie una trattoria in zona. Entriamo, non c'è nessuno, alle pareti esposte le foto degli "Amici Miei" di Monicelli.
Al nostro tavolo arriva una ragazza turca, biscugina, da parte di mamma, di Ferzan Ozpetec, si presenta e mi chiede: Are you an actor?
Rispondo: Di scene ne ho sempre fatte tante, ma da qui a dire di essere un attore ce ne corre...
Mi butto sul fritto (pe stà leggero), che pare essere la specialità della casa.
Il locale ha un pubblico variegato, entra un signore con una gran voglia di vino (non sulla pelle) e mi biascica qualcosa che non comprendo.
Gli dico: Metti i sottotitoli che non ho capito 'na sega. Risponde il gestore del locale: Ha detto che gli ricordi un attore!
Mi sa che qui mi stanno a piglia pel culo...
Fuori stà ancora piovendo, torniamo a casa.
Intorno alle 5 smette di piovere, chiedo a mia moglie se le va di venire con me a ritirare i pettorali, mi accompagna.
Si avvalora ancora una volta di più il "teorema Centini", inizia di nuovo a diluviare.
Ci ripariamo dentro ad un negozio di scarpe, la commessa mi fà: ma lei è un ex calciatore? Penso che in questa città stiano attentando alla mia modestia!
Arriviamo in piazza Santa Croce e c'è una fila al ritiro pettorali come ai bagni chimici al concerto del primo Maggio!
Con mia moglie ci perdiamo subito, mi guardo in giro ma niente non la vedo. Mi si avvicina un tipo completamente glabro, si presenta come "Codino", lo guardo perplesso e allora lui si giustifica: Codino non sta per i capelli, ma per i peli del culo che ho talmente lunghi che ogni volta che scorreggio mi frusto, si gira e mi mostra vistose cicatrici sulla schiena... ma oggi toccano tutti a me, o sò su "scherzi a parte".
Il Trio Medusa è come la primavera, tarda ad arrivare, aspettano che smetta di piovere...
Ritiro i pettorali per il team "Le Ficarì" e con il mio ombrello pregiato vado sotto il palco ad aspettare il Trio...
il direttore
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