lunedì 27 gennaio 2014

SPORT ESTREMI 12° PUNTATA


...sarei più credibile se mi salvasse Bob Kelso, il primario di Scrubs...
Riprendo i sensi svegliato da uno strano rumore e un puzzo osceno. Mi alzo, sono tutto indolenzito, in bocca sento il sapore del sangue. Con le mani sondo il viso per capire se tutto è ancora a posto. Il naso sembra nella sua sede naturale ma senza l'ausilio dello specchio non posso averne la certezza, di sicuro c'è che fa male, molto male. Maneggiandolo provoco una nuova emorragia, cerco nello zainetto dei fazzoletti e tampono.
Guardando come sono ridotti i vestiti posso constatare che tumefazzioni ed escoriazioni coprono gran parte del corpo.
Toccandomi la testa sento una pronunciata commozione cerebrale (un biccio), mi muovo per capire se potrò camminare o se ho le gambe rotte. Lo slittino è distrutto, non vale nemmeno la pena riportarlo a casa. Cerco l'origine del rumore, girando l'angolo della casa aumenta il rumore ed il puzzo. In un piccolo recinto sono segregati  due suini di discrete dimensioni, il maschio tenta dei blandi accoppiamenti ma lei lo disarciona, deve essere all'antica, niente sesso prematrimoniale. Cerco di consolarlo parlandogli che anche la vita sessuale di noi umani è solo una serie di compromessi. Gli spiego il teorema del mio amico Papini. Le donne che paghi subito sono quelle che costano di meno. Parole sante. Mi guarda, sembra molto depresso. Forse non capisce la mia lingua? Forse per il rifiuto della sua compagna? O forse perché è consapevole di avere i giorni contati e sa che sarà protagonista, suo malgrado, dell'eccidio di dicembre? Il mio stomaco brontola, il cibo, ecco il vero motivo della mia sortita mattutina. Ai miei occhi ora ho di fronte prosciutti, rostinciana fumante, chili e chili di salsiccia... colesterolo in purezza. Vedo il maschio, molto abbronzato e con un limone in bocca, mmmm la porchetta... sublime... Dio lo mangerei  vivo, come Hannibal Lecter. Penso a come potrei avere la meglio su almeno uno di loro, ma come si fa ad uccidere un maiale a mani nude? Lo strozzo? Qui corro il serio rischio di passare da carnefice a vittima in meno di un secondo e di essere mangiato vivo... meglio cercare la colazione altrove. Giro l'angolo per vedere se trovo il titolare della baita. Busso alla porta, si affaccia uno che se è stato dal dietologo se l'è mangiato, tanto è grasso. Faccio lo splendido decantando il meraviglioso posto dove vive, e il panorama da cartolina. E' un tipo taciturno, risponde a monosillabe.
Racconto la mia storia ma dal suo volto non traspare un briciolo di emozione, sarebbe un perfetto giocatore di poker. Glisso chiedendo se per favore posso avere un caffè. Mi fa entrare in casa, è piena di trofei di caccia, animali di ogni genere, nemmeno al museo di storia naturale avevo visto tanta varietà di teste impagliate. Quando mi porta il caffè gli faccio notare che ho visto tutte quelle teste, a gesti mi complimento, lui senza nemmeno accennare un sorriso, dice con malcelato rammarico che l'unica testa che manca alla collezione è quella di un essere umano. Mi passa un pezzo di dolce, duro come un cavalluccio, non so se è duro per dovere, o per l'inesorabilità del tempo. Le sue  ultime parole insinuano in me un dubbio... non è che mi spara e appende la mia testa al muro? Provo a zupparlo nel caffè per renderlo agibile. E' buono, molto buono, una sorta di ciambellone con mandorle e mirtilli, lo stomaco esulta, non è abituato a essere disoccupato.

Ringrazio l'uomo per la colazione e quando sto per uscire sento la sua mano sulla spalla, un brivido scorre lungo la mia schiena, attendo la pugnalata che mi trafiggerà le costole. Non so perché ma lo vedo come un solitario cannibale delle montagne.  
I maiali gli servono per cancellare le prove residue, ossa, vestiti zaino...
Si offre di darmi un passaggio. Non è l'orco, sono io che ho troppa fantasia. Forse vuole uccidermi in posto più sicuro lontano da occhi indiscreti, chi lo sa, comunque accetto...
  
   
                                                                       il direttore
                                                                        sf  o sdm

domenica 19 gennaio 2014

SPORT ESTREMI 11° PUNTATA

..l'erba, bagnata dalla rugiada, è insieme poetica e scivolosa. Si fatica a stare in piedi. Questo bel prato evoca in me ricordi lontanissimi, con la mente torno al 1985, anno della grande nevicata. Ero bambino e con gli amici facevamo slittino con mezzi di fortuna, sacchi di plastica, camere d'aria, i più audaci uscivano con gli sci.  Anche dopo che la neve se ne fu andata, lo slittino fu il nostro sport preferito per molti mesi. 
I ricordi e questa erbettina mi fanno venire voglia di riprovare il brivido, è molto ripido ma è solo erba, morbidissima erba. Nella baita qualcosa per scivolare o uno slittino ci sarà. Corro verso la casa eccitato. Rovistando trovo ben tre slittini, due evidentemente da bambini dove potrei entrare se fossi un contorsionista e uno che sembra un bob a 2. Senza far rumore riesco a portarlo fuori. Per partire devo trovare un posto meno ripido, devo riprendere confidenza col mezzo, prima di andare giù a rotta di collo. Trovo una discesina corta che fatta in diagonale arriva a salire su una collinetta, sembra una pista per snowbord, il posto ideale per ritrovare le misure. Parto elettrizzato e con le mani sui freni che fanno anche da direzionali, mi muovo lentamente. Le due piccole leve metalliche affondano sul terreno lasciando due solchi come mini aratri. Mi dispiace rovinare il prato, lascio i freni e prendo velocità. L'aria fredda mi fa lacrimare gli occhi, per non scollinare   freno e metto fuori i piedi. Ho un sorrisino ebete in faccia, torno in cima di gran carriera. Riparto, stavolta provo a non rallentare, la velocità aumenta, anche l'adrenalina, per fermarmi sono costretto a puntare forte i piedi. Ho dimenticato il vero scopo di questa uscita mattutina. Continuo a fare su e giù come un ragazzino alle prime  esperienze con l'autoerotismo. Le scarpe sono quasi da buttare. Decido di partire a dritto senza  andare in diagonale, sarò molto più veloce. Da subito intuisco che difficilmente riuscirò a fermarmi sulla collinetta, ma siamo a ballare, e allora si balla. 
E' la volta bona che si vola, non provo nemmeno la staccata, l'apice della collinetta mi fa da trampolino, volo a 3 metri da terra (cala se voi vende il ciuco... forse a 1 metro), il contatto col suolo provoca vari cricchioni allo slittino, volano pezzi di plastica lungo il percorso, le mucche sospendono il loro perpetuo masticare per guardare questo folle che sfreccia accanto a loro. Il pendio sta diventando sempre più ripido, mi pare di essere sulla Streif, la leggendaria pista di Kitzbuhel. A occhio e croce la mia velocità è intorno ai 100 km orari. La guida non è precisa come quella di Armin Zoeggler, ma mi difendo. Ora è dura fermarsi, più a valle vedo il tetto di una casa, speriamo che abbiano un pagliaio. Mentalmente faccio testamento e penso ai miei figli che forse non rivedrò, se questi sono i miei ultimi attimi su questa terra avrò la fortuna di lasciare il mondo col sorriso. La strada in fondo alla valle diventa sempre più nitida vedo che è anche trafficata nonostante l'ora. E' una questione di pochi minuti e sarò in mezzo alla strada, spero che la collisione con l'asfalto non sia troppo violenta. La casa mi rimane molto a sinistra provo a girare sperando nel pagliaio per un atterraggio dignitoso. Un pensiero delude le mie attese, i fienili gli svizzeri li hanno indoor. Decido comunque che tra schiantarmi sulla strada e finire stirato come un gatto dei cartoni, con buone probabilità di lasciarci le penne, e sbattere sulla baita in legno massello con l'ipotesi di qualche frattura, scelgo il male minore...
Manca poco all'impatto...alcuni metri prima del contatto un dosso mi sbalza da terra, vado a schiantarmi sulla parete ancora all'ombra... sbatto la testa e perdo i sensi...
Sono a terra in uno stato di torpore, credo di sognare che sopra di me ci siano i medici di Gray's Anatomy e la Torres urli: LIBERA!!!

                                                                      il direttore
                                                                       sf o sdm


sabato 11 gennaio 2014

SPORT ESTREMI 10° PUNTATA

La sede del primo campo base situata sui 1800 metri, e la mia valigia piena di sogni...

...l'ultimo pezzo per arrivare al campo base lo dobbiamo fare a piedi, la pendenza è ostica e mette a dura prova la comitiva. Questo è niente a confronto alla scalata che ci attende per conquistare la Chrüz. La convivenza al campo base è difficile, devo ricorrere al Gandhi che è in me per non infliggere punizioni draconiane alla mia guida. Dopo un summit con gli amici con cui farò la scalata decretiamo che gli sherpa non ci servono, la tensione che c'è fra me e il capo è palese, nemmeno il calumè della pace che ci siamo fumati ha alleggerito l'atmosfera. Non voglio rischiare che il tipo boicotti la scalata e mandi all'aria tutto, sarei costretto a farlo diventare cibo per i rapaci della zona scaraventandolo in qualche crepaccio. Paghiamo una cospicua buonuscita in nero e loro spariscono a velocità supersonica.  
L'assenza di energia elettrica nella baita è per i bambini un incomprensibile novità assoluta, nonostante nelle stanze siano accese molte candele, hanno paura e il cigolio delle porte non aiuta a farli stare calmi. All'ora di cena la triste scoperta, hanno portato via le provviste alimentari, e ora come sfamiamo la truppa?
La speranza è la dispensa, qualche cibo a lunga conservazione ci sarà cazzo, al suo interno c'e solo lo scheletro di un ex roditore  morto di stenti. Propongo di fare un brodo con le ossa, ma la mia proposta viene bocciata all'unanimità. Con i nostri zaini siamo più fortunati, escono Tuc, caramelle, crackers sbriciolati, sottilette, biscotti, e sorpresona, un salame. Temo che stasera la cena sarà molto frugale.
Mettiamo i bimbi a letto, infreddoliti, impauriti e affamati, come da manuale del perfetto genitore, e con i  nostri amici ci mettiamo fuori. 
Accendiamo il fuoco e guardando dentro le fiamme, ci raccontiamo.
Emetto suoni gutturali rigorosamente a bocca chiusa, il corpo cerca di evacuare le ultime bollicine residue, il mio amico mi guarda e mi fa: E te credo che stai a fa ancora li rutti, hai bevuto più champagne te in una sera di Vettel in quattro mondiali. Lo champagne il mio apparato digerente lo soffre, come tutte le cose da ricchi del resto, le ostriche, il caviale, il tartufo, non sono per il mio stomaco, e nemmeno per il mio portafoglio, ci deve essere una connessione divina.
Andiamo a letto consapevoli che domani, tempo permettendo, può essere il gran giorno, prima però come capo branco dovrò procurare il cibo. Punto la sveglia alle cinque, il primo villaggio è a 18 chilometri e per arrivare alla macchina ne devo fare sette.
Alle 4:55 apro gli occhi, non faccio nemmeno suonare la sveglia, mi preparo ed esco, prendo un sentiero scosceso che secondo i miei calcoli dovrebbe essere una scorciatoia. Il silenzio è il compagno ideale a quest'ora...
                                                                       
                                                                      il direttore
                                                                         sf  o sdm

domenica 5 gennaio 2014

1° OPEN DI FRECCETTE PER GIOCATORI NON PROFESSIONISTI

Fuori il cielo non prometteva nulla di buono, dentro gli sfidanti aspettavano con ansia il momento di mostrare la loro abilita con i piccoli dardi. A causa del forte vento, c'era il serio rischio di rinviare il primo open di freccette per non professionisti, ma le TV mondiali che si erano aggiudicate i diritti hanno preteso che si giocasse anche a scapito dello spettacolo.
A contendersi l'ambito titolo i mostri sacri delle freccette locali. 

Regolamento: il campione sarà colui che riuscira a vincere almeno 3 partite se, a sopraggiunta oscurità, (alle ore 20) nessuno ci sarà riuscito si passerà al calcolo delle vittorie e dei vari piazzamenti, decurtando poi il numero delle scorrettezze (di questa postilla ne ha usufruito solo Zorro, noto per essere più scorretto di Dick Dastardrik.

Le Pagelle
Zorro 4 era da Milan- Atalanta del '89 che non si assisteva ad una simile scorrettezza (per chi non lo sapesse. il Milan non restituì la palla all'Atalanta, ne scaturì un rigore che non ebbero la decenza di calciare fuori) toglie un tiro all'amico-rivale (io) con un vile espediente, e vince.
Dopo il triste episodio che ha scatenato feroci polemiche si invoca a gran voce la moviola in campo. Con 2 vittorie e buoni piazzamenti è il vincitore (non morale).

Alessio 7,5 gioca nonostante l'infortunio al gomito patito la sera precedente a causa di una rovesciata (per dovere di cronaca, andata sopra la traversa di un soffio) fatta sul selciato di via Roma che non è come cadere in una pubblicità di Mastrotta. Non si piange addosso e sforna tiri capolavoro che gli valgono una vittoria e lo qualificano alle olimpiadi.

Matteo 7,5 anche lui reduce dalla notte bianca (decretata per acclamazzione dalla comitiva) vaga in stato confusionale per il campo di tiro sostenendo alleanze occulte che lo vorrebbero fuori dalle olimpiadi. p.s cambia pettinatura 0 vittorie.

David 7,5  non mostra cenni di cedimento psichico (come Matteo) dovuti all'assenza di sonno, aleggia il sospetto che dietro la sua unica vittoria ci sia la mano degli scommettitori. (autore del cross per la rovesciata di Alessio) 1 vittoria. 

Ricciolino 7,5 nonostante la copiosa, quanto ingiusta, perdita di capelli, non perde la forza come Sansone. Mostra la sua modesta abilità balistica senza nemmeno una tacca nella casella vittorie.

S.F 7,5 vittima di un complotto ordito dai soliti noti è l'unico che sfiora la vittoria totale che gli avrebbe garantito anche il montepremi. Con 2 vittorie e un secondo posto è il Top.

Camilla 4 E' un deplorevole atteggiamento imprecare contro l'altissima. Blasfema!!! Farfuglia che stesse facendo un imitazione...credibile come pinocchio.

Gaia Tavaroli 7,5 responsabile della sicurezza dell'evento fa il suo lavoro in maniera impeccabile.  

Voto 3 agli pseudo-maestri che dal trespolo fanno loro il motto del poro Foffo "io fa non so fa... ma sò insegnà"


ChiSeLaPreseCampòUnMese



                                                                      il direttore
                                                                            sf