lunedì 28 marzo 2016

Trofeo Bruchi...non esistono amichevoli...


Prima tappa di avvicinamento alle classiche del nord e alla ben più importante terza edizione della scalata del camparista.

Giornata ciclistica nata per volere del Vannelli, che in questa santa pasqua è tornato all'ovile. Ho accettato la sfida e ho rilanciato invitando Matteo il milanese, perchè è risaputo, tre teste calde sono meglio di due... doveva essere una scampagnata tra vecchi amici...doveva. 


Cronaca della corsa

Ore 9:30 punzonatura, sfottò e sermone del tuttologo locale sulla scelta del percorso in base a dati scientifici sui venti, i gradi di inclinazione dei raggi solari, lo Zenit e Nadir etc etc... mamma mia che palle.
Si parte. Il numero dei partecipanti (tre...cento) evidenzia che il trofeo Bruchi è un premio ambito e che nessuno, come sempre, ci starà a perdere. 
Il percorso è di difficoltà elevata, con G.P.M di prima e seconda categoria.  Dopo pochi minuti tre disperati tentano la fuga, sono Matteo il milanese, il Vannelli, e Fabian Cancellata (io) ribattezzato cosi dal Vannelli forse per le prestazioni simili al grande ciclista elvetico Fabian Cancellara detto Spartacus? No chiarisce subito lui. Solo per il cognome che porti e perchè la tua bicicletta pesa come una cancellata. 
I tre fuggitivi prendono il largo. Il Longobardo, spaccone come di consueto, a dimostrazione di forza si batte i pugni sul torace come king kong, orde di fan a bordo strada vanno in delirio.
Il primo Gpm è a Porrona. E' il Vannelli ad aggiudicarsi l'ambito traguardo volante. Nella discesa che porta all'anconetana i tre, assumendo una posizione molto aereodinamica aumentano considerevolmente il loro vantaggio.
Ora viene il bello...disse quello in procinto di cacare il cuore...
L'ingeresso in una strada molto trafficata non è mai facile, incauti pirati della strada ci sfrecciano accanto fregandosene di noi...
Schivato il pericolo, sul ponte dell'orcia a ben 57 kmh sono vittima di un frontale con un calabrone, ho un attimo di vertigini e rischio di cadere. Il dolore è notevole con la mano sondo la fronte per capire l'entità del danno. All'analisi tattile riscontro una lieve commozione cerebrale...un biccio pe capissi. 
La strada si fa inpervia. 
Arrivare a Tavernelle sarà dura, i pezzi sterrati nascondono infinite insidie. Parliamo quasi pacificamente della società moderna, e nonostante idee politiche molto distanti il simposio non sfocia in rissa. Complice il paesaggio primaverile la gara prende i contorni della scampagnata.
Senza lo stress della contesa mi tornano in mente tante storie vissute in quelle zone. Racconto ai miei compagni di fuga di quando una notte accompagnando a casa una ragazza dopo la discoteca io e i miei amici ci imbattemmo in una coppia che faceva sesso estremo in mezzo alla strada (a breccia) e dall'abitacolo ogni sorta di ingiurie ed epiteti irripetibili uscirono dalle nostre bocche, terminati solo quando io chiesi. Chi cazzo so sti due? La ragazza con aplomb britannico rispose : è la mi mamma. Fu il gelo...il resto del viaggio passò nel silenzio più assoluto. E' passata alla storia come une delle 5 più grosse figure di merda dell'umanità.
Saliscendi degni della Liegi-Bastogne-Liegi ci portano di nuovo a Porrona. Mancano 7 km, la vittoria è un'affare fra noi tre. Siamo talmente in vantaggio che il Vannelli chiama la su' mamma per dirle che finalmente riuscirà a salire sul podio. 
Nell'ultimo pezzo sterrato nessuno si vuole scoprire.
La pendenza supera il 10%. Provo a staccarli e arrivo in cima all'ultimo GPM in testa facile. Decido di aspettarli non me la sento di abbandonare i miei compagni di fuga. Dobbiamo arrivare insieme e fare la volata. Il gap cronometrico dice il Vannelli a  due minuti e Matteo a sei.
Il Longobardo arriva trafelato e visibilmente disidratato, cerca l'acqua come un rabdomante. Quando sta per consumarsi la tragedia gli passo la borraccia e il Vannelli lo imbottisce di zucchero e uva passa. Gli abbiamo salvato letteralmente la vita, e lui come ricompensa si lancia giù per la pievina veloce come una cometa.
A 500 metri dal traguardo è primo il Longobardo seguito dal Vannelli. Ammiro la loro volontà li guardo da lontano, tanto so' come andrà a finire. Mi sento come Ibra (nettamente superiore).
La salita della crocina è fatale a Matteo che si pianta e viene superato agevolmente prima dal Vannelli e poco dopo anche da me.
Massi per provare ad arginarmi emana retrogas aromatizzati al putrefatto. Manco Dik Dastardrik.
Siamo gomito a gomito, la volata è concitata, il Vannelli assapora l'ebrezza di vincere e prova a stringermi alle transenne, sarei quasi tentato di farlo andare per vedere la reazione. Magari fa come "coso" che dopo aver segnato il gol dell' 8 a 1 fece due giri di campo roteando la maglia.
Non ce la faccio a perdere, è più forte di me, scarto a destra e lo supero arrivo sotto la bandiera a scacchi a braccia alzate.
...ma che ve lo dico a fare...non esistono amichevoli.


ps trofeo bruchi, non in onore dell'eroe cinigianese, ma per l'andatura alla velocità dei bruchi...

                                                             il direttore
                                                                                              sf o sdm

martedì 15 marzo 2016

Piccoli Begbie crescono...

...Per chi l'ha visto e per chi non c'era... e per chi in quel giorno li  inseguiva una sua chimera...

Domenica di calcio. Un vento da nord-est porta con se pioggia e depressione sferza le spoglie gradinate. Clima tipicamente scozzese. Guance rosse in abbondanza un pò per il freddo un pò di più per il vino.
In un paesino dell'entroterra toscano si disputa un match calcistico di infimo livello, la noia regna incontrastata sulle tribune, lo sbadiglio è il massimo della trasgressione. 
Finalmente l'arbitro decreta il recupero.  Onde evitare spiacevoli malintesi alza al cielo, cosi che tutti possano vedere, il pollice l'indice ed il medio. Solo tre minuti gridano i tifosi di casa??? Nooo stava mostrando il tre come simbolo religioso (la trinità) dice un sapientone. Finalmente grida un esteta (io) finirà questo scempio. 
Quando tutti sono pronti per un thè caldo (falso come la banconota da 15 euro al massimo un'anice stellato o uno stravecchio) e tutto sembra filare liscio nasce un diverbio tra un hooligans locale e una donna degli ospiti. L'hooligans con l'aplomb che lo contraddistingue invita la Granny a praticargli una fellattio.
La signora inorridita da tale proposta risponde a tono, e più inveisce e più il teppistello con una mimica degna di Chaplin insiste sulla fellatio. Si alza quello che ai più sembra il marito, vuoi vedere che ora gli farà una pompa lui.
No, decisamente no, dopo i primi passi verso il nostro Begbie si capisce che le intenzioni sono altre, è scandalizzato come una suora orsolina.  Vuole vendicare l'onore violato della consorte e passa all'attacco via terra. 
Ma come accade spesso in certe situazioni ha fatto i conti senza l'oste. 
Vedendolo avanzare "Begbie" esulta e passa all'offensiva mulinado jab a destra e a manca. Nessun colpo porta al k.o.
La rissa prosegue. Alcuni con la scusa di andare a dividere i contendenti sferrano colpi anche sotto la cintura, sale l'adrenalina e il livello della boxe, sedarli non è facile per le forze dell'ordine, ci vorrebbe il taser. 
I migliori boxer schierati da ambo le parti danno vita a 5 minuti di follia. 
Da che mondo è mondo quando vai a fa i cazzotti "ci vole du balle una pe dalle e una pe piglialle".
Secondo una stima approssimativa nel mio personalissimo tabellino (avrebbe detto Rino Tommasi) la tifoseria di casa è uscita vincente ai punti (non di sutura) e con un discreto margine.

Nulla di rilevante dal lato feriti, s'è consumato meno ghiaccio che in un campari. 
Begbie: è uno dei protagonisti di Trainspotting particolarmente dedito alla rissa.

p.s Per i curiosi,  'na pompa non gliel'ha fatta ma 'no sganassone l'ha preso..
   
pps aborro questo genere di cose ma è stato molto più spettacolare dell'intera partita.
    
                                                         il direttore
                                                           sf o sdm