giovedì 11 agosto 2016

S.D.M.... A COMANDARE in vetta al vulcano


30-7-2016 ore 5:15
Nonostante la portata dell'impresa fosse da tutto esaurito, la mia partenza è passata sotto silenzio mediatico come un referendum non voluto dal governo. 
Non che ambissi a esclusive Sky o seghe varie, ma almeno 4 sfigati, eccheccazzo.
Da sempre cerco nuove avanguardie per mettermi alla prova e ogni volta cerco di coinvolgere i miei amici, ma come sempre si dileguano. 
Poco importa. Certe imprese, in solitaria, aumentano di valore, come dice Simone Moro.
L'unico su cui posso sempre contare è il mio destriero a pedali che non si tira mai indietro, mi chiede solo un po di grasso, e quello in me abbonda. 
Partito dai Ficari (meglio conosciuti come la Cape Canaveral dell'alta maremma) con i favori del pronostico e con un clima non particolarmente ostile mi accingevo ad andare a comandare in vetta al vulcano. 
Il primo tratto di strada fino a Monticello (una volta detta anche Road to Rio, dal nome del poetico ristoratore monticellese da poco scomparso), anche se con pendenze importanti, lo conosco a memoria. 
L'insidia più grande sono degli agguerriti tafani che mi hanno scelto come loro buffet. Ci vuole ben altro per fermarmi.
Scalato Monticello c'è un bel tratto in discesa dove posso recuperare, mi ci butto a capofitto veloce come un ghepardo.
Dalla Zancona fino ad Arcidosso potrei morire di solitudine, niente auto ne bici.
Arrivato al ex Faggio Rosso mi rifocillo a dovere e parto. Il cartello segnaletico indica che sono 11 i chilometri che mi separano dal mio odierno sogno o dal mio inferno, la conquista della vetta Amiata. Devo salire più di mille metri in altitudine, la vera impresa sarà arrivare vivi. 
Al "gatto d'oro" tre arzilli nonnetti, dalla deambulazione incerta e da un linguaggio biascicato, (moderni Indiana Jones alla ricerca del loro santo graal, la Marsala) mi esortano a non mollare ridendo.  
I miei demoni cantano la canzone di Masini "Perchè lo fai".
Boh chi lo sà. C'è chi cerca i pokemon, io cerco me stesso con viaggi introspettivi dove nella fatica estrema risorgo. 
O forse per smentire quei pappagalli che mi dicevano non ce la farai mai, subito pronti, poi, a salire sul carro vincente. Forse perchè ho anche l'ego in sovrappeso. No la risposta è solo una, sono programmato per le imprese epiche.
La salita si fa sempre più selettiva, ma la pedalata per ora è fluida (si fa per dì). 
Sento smanticiare alle mie spalle, tre ciclisti mi superano in scioltezza, e a me girano i coglioni. 
A 4 km dal traguardo ennesimo pit stop, reintegro e riparto. 
Nel frattempo orde di pedalotori seriali  mi sfilano accanto con mezzi che sembrano progettati dalla nasa. Mi sento una Minardi.
Ai 1500 slm perdo lucidità, la carenza di ossigeno si fa sentire, dovrei masticare foglie di coca. Mi devo accontentare delle felci.
I numerosi ciclisti che mi superano sembrano carpire le mie difficoltà e mi incitano, replico con un adagio tibetano calzante, le grandi conquiste si fanno a piccoli passi.
Quando la vegetazione si dirada i raggi di sole, come lance, trafiggono le mie stanche membra. Lo sò...morirò. 
Il contachilometri non si schioda da 6 kmh, ma oggi non è una corsa contro il tempo, oggi c'è in palio la gloria eterna UOMOH.

Un tasso maialino fa capolino a bordo strada, capisco di essere in piena crisi di fame, lo immagino in umido con le patate. Si ma come lo catturo... lui attraversa la strada ignaro dei miei propositi bellicosi e sparisce nel bosco. 
A poche decine di metri da me vedo l'ennesimo ciclista. Lo metto nel mirino. Cazzo se lo supero non sarò ultimo. Recupero a vista d'occhio. Nel sorpasso faccio lo splendido ricordandogli il motto del barone De Coubertin. Lui mi manda in culo. Antisportivo.   
Mancano poche centinaia di metri e il sogno diverrà realtà, il mondo pare fermarsi. (Non pare, sò fermo. Mi sò piantato un altra volta).  
La pendenza è eccessiva per i miei gusti, approfitto per infarinare di magnesio le ruote per avere maggior grip. Mi attaccano da tutte le parti (manco nell'offensiva del Tet) ho un moto d'orgoglio, provo la zampata del campione. Arrivo in volata con un anziano depilato come un pornodivo che mi beffa per pochi centimetri.
Per me non è ancora finita, devo arrivare alla croce e piantare la bandiera de Le Ficarì.
Salgo spingendo la bici. Ce l'ho fatta, piango di felicità. Un giornalista mi avvicina, mi lascio andare a dichiarazioni spontanee degne di miss italia : vorrei la pace nel mondo etc. Mi guarda basito, è un turista che vuole banali informazioni. Lo maltratto, ma ti sembra il modo di entrare nel mezzo di una conferenza stampa??? 
Guardo il crono 3 ore e 49 minuti, oggi 30 luglio 2016 si è fatta la storia...un piccolo passo per l'uomo un grande passo per Le Ficarì.

 Ps... caro mi fu l'irto colle (colle 'na sega)
pps. caro nel senso di pagato caro...                                                               il direttore
                                                                sf o sdm

sabato 11 giugno 2016

La Scalata Del Camparista 3° edizione 4 giugno 2016

5-6-2016


Solo la morte di ALI' poteva offuscare, sui principali quotidiani nazionali, l'evento sportivo del mese: La Scalata Del Camparista. 
La più a sud delle classiche del nord è giunta alla terza edizione, e il fatto che il manto stradale del percorso sia stato ripristinato la dice lunga sull'importanza che ha raggiunto nel panorama sportivo interpoderale.
Già nelle scorse edizioni la gara si era distinta per un ventaglio di partecipanti multietnico. 
Anche quest'anno si sono presentati ai nastri di partenza da ogni dddoveeee, c'erano Matteone da Milano, Stefano da Vicenza, il Bernacchini da Albinia, Andrea Brocco da Formia, Lorenzo da Torniella, Anna da Campagnatico,  il Vannelli dalla Tirana della val d'arbia, Jhonny da Piantaverna, Alessio da Monticello, e una folta combriccola cinigianese con Matteino, Zorro, Ricciolino, il Coppi, il tosco-calabro Mariotti, e SDM che sarei io Sergio di Momo, insomma, tutto il meglio del biathlon nazionale.

La MIA versione dei fatti:
Come di consueto la notte prima di una gara importante dormo poco e male fortuna che a tenermi compagnia ci sia Elena Ferrante con al sua "amica geniale". 
Le 6 arrivano in fretta mi alzo e vado al trucco, alle 7 arriverà il "mio amico geniale" DJ Cavallo, con l'intenzione di girare uno spot pubblicitario sulla "nuova" ammiraglia del team Le Ficarì una  Fiat 128 del 1973.
Ore 7:30 DJ.C suona, lo accolgo come merita un'autorità del suo calibro, in alta uniforme (mutande e canottiera con macchia di sugo).  Lo invito al banchetto a base ova rigatino e salciccia, tutti olii da alte prestazioni, altro che Selenia. Non si esime. Una colazione che manco la pora ganascia si sarebbe sognata, e via a fare riscaldamento. Due foto, giriamo lo spot, lieve strecching e di corsa alla punzonatura.
Il Vicentino con la solita protervia fuma in sella alla bici. Più preuntuoso di Ibra. Espletato il rituale del foglio firma ci mettiamo agli ordini della giovane starter Camilla Brogi.
I giornalisti ci chiedono un'ultima foto. E chi si nega.   
Partiti... Il vicentino prende subito il largo seguito dagli incauti Brocco e Bernacchini, quando le pendenze si fanno importanti emergono i più forti, Lorenzo da Torniella,  Alessio Jhonny ed io risucchiamo i giovani "stranieri", rimane solo il vicentino che continua a ingurgitare bevande da flaconicini anonimi.
Brocco si pianta, simula un salto della catena e retrocede nella posizione che gli compete. 
Fortuna che il clima è clemente (no il mi nonno) e non soffriamo il caldo infernale delle passate edizioni.
La prima manche in bici sta per concludersi. Tra i più attardati c'è Matteino che lamenta un sabotaggio, solo all'arrivo si accorge di aver pedalato con il freno anteriore semi bloccato, racconta di aver pensato seriamente al ritiro e solo l'emarginazione sociale che un gesto simile avrebbe causato lo hanno fatto desistere.   Il mio quarto posto mi fa ben sperare, nel tiro con l'arco sono tra i migliori e posso recuperare posizioni. La prima manche di tiro per i più è da dimenticare.  Già si sapeva.     
Ripartiamo per gli ultimi 4 km di bici, il Vicentino fa l'andatura provo a tenere il suo ritmo. Secondo i miei calcoli ,e quelli dei bookmaker, sarà una sfida tra me e lui. 
La strada comincia a salire seriamente, perdo terreno Stefano si gira per vedere se resisto, dopo una breve, ma intensa riflessione concludo che è meglio un secondo posto che lasciare due orfani. 
Nell'utimo km ho più crisi di fame di Albertone dopo 20 minuti di dieta. Vengo superato anche da Jhonny e Alessio che si disseta e parte all'inseguimento del Vicentino come se avesse il motore. Si scoprirà poi che si trattava di caffè sport borghetti corretto sambuca.
Il Piselli taglia il traguardo seguito a ruota da Alessio, terzo Jhonny quarto io. 
Alla spicciolata arrivano tutti, manca solo il Mariotti. Nell'attesa inziano i primi brindisi a base, manco a dirlo, Campari. 
Sulle nostre teste incombono nuvole nere. Rimontiamo in sella per andare ad espletare l'ultima manche di tiro con l'arco che definirà la classifica finale. Il primo a tirare è il Vicentino Stefano Piselli, e nonostante gli lanci un anatema degno di Bela Guttmann fa un ottimo score.  
Quando è il mio turno so già di cosa ho bisogno per aggiudicarmi la terza edizione consecutiva. Devo fare almeno 40 punti e il trofeo realizzato dai noti designer Gaia Tavaroli e Max Romano sarà mio. Ho l'ultima freccia e sono a 33, la tensione si taglia col coltello,lo stadio ammutolisce manco ci fosse Fabio Grosso sul dischetto a Berlino '06, per sdrammatizzare ci facciamo un goccetto (nell'arco della giornata sdrammatizzeremo senza soluzione di continuità).
Sento che la piazza vuole la mia sconfitta e ne sono felice. Mi vedo già nelle foto con il trofeo alzato al cielo insieme al dito medio per i miei nemici.
Parte la freccia ma un'improvvisa folata di vento ne altera la triettoria e il 10 a cui era destinata si trasforma in un 6. Gli dei si sono fatti beffe di me.
39. Ho perso per un punto, non credo ai miei occhi. Il boato della folla mi fà capire quanto chi vince sempre rimanga sui coglioni. Il Piselli e la sua cordellina iniziano i caroselli che si protrarranno fino a notte fonda anche in tutto il Veneto. 
Per scongiurare scontri tra le due frange più estreme di tifosi invito il vincitore a condividere l'amaro calice della sconfitta al banco...non si fa pregare...inizia la vera festa. 
Per gli amanti delle statistiche l'ordine d'arrivo:  
Ultimo Mariotti Marco (numero sette mio figlio) fuori tempo massimo. Esibisce una tartaruga degna di CR7 solo che lui, a differenza del fenomeno portoghese, pare che abbia ingerito una testuggine gigante intera. 
14° Coppi: assente per infortunio nella parte pedalata si distingue al banco e nel tiro con l'arco scagliando una freccia in coppa a un camper che gli vale il premio tiro del giorno.
13° Ex-Ricciolino Tempo 62 minuti e 22 secondi, oltre alle classiche ruote lenticolari rasa i ventennali dreadlocks per avere una migliore aereodinmica e limare decimi di secondo che si sarebbero potuti rivelare importantissimi. (sarebbero)  
12° Matteino 61:17, pedalare con un freno bloccato deve far riflettere. Le continue contaminazioni a cui è costretto hanno effetti collaterali di questa portata? 
11° Il Vannelli per gli amici DJCavallo 54:32. Si distingue per il fair play ma evidenzia lacune incolmabili in ogni sport in cui serva un minimo di abilità. Manco di lupini cazzo...
10°Anna 45:24 vince il titolo femminile lasciato vacante  da Michela e mostra una forma fisica invidiabile...o come diceva  Zucca...
9° Matteone il milanese 44:12 pur di vincere avrebbe sniffato pure le scie chimiche, ma un lungo week-end di bagordi ne hanno precluso velleità da podio, polemico più di Sgarbi e Del Debbio messi insieme 
8° Bernacchini Matteo 41:30 inviato a rappresentare i biatleti di Albinia non va oltre un dignitoso ottavo posto, rischia nell'arco del w-e più volte l'incolumità fisica.
7° Alessio 41:13 ad un sontuoso secondo posto in bici, perso soltanto in volata di un niente, abbina un disastro con le frecce, ma daltronde è il figlio di Giorgino mica di Geronimo.    
6°Brocco Andrea 41:08 al debutto in manifestazioni di questo livello si presenta inadeguato sia come abbiglimento che come mezzo di trasporto...l'abito non fà il monaco.
5° Zorro 32:54 un uomo senza vergogna tenta la carta della corruzione con la giovane e inesperta giudice di gara. Ad una imbarazzante prestazione in bici fa da contraltare una precisione con l'arco degna di un cecchino serbo.
4°Jhonny 32:08 ottimo crono in bici, rimane fuori dal podio per una manciata di secondi colpa di una mira carente.
3°Lorenzo da Torniella 32:03 venuto per fare il gregario al Vannelli ben presto si macchia del reato di insubordinazione e si lancia all'inseguimento del Vicentino la sua scarsa vena con le frecce denota che anche Torniella non sia riserva Navajo. 
2° S.D.M 20:39 sfumato il triplete per un punto cedo lo scettro all'unico ex-ciclista professionista... come si dice chi perde non cogliona.
1° Il Vicentino 19:37 imbattibile in bici e al banco, rischia di veder sfumare una vittoria certa con una sessione di tiro degna di un non vedente. Gettano ombre sulla vittoria certi flaconcini anonimi di cui si nutriva in corsa...

Ps durante i riti bacchici (da Bacco) dice e sottolieno dice che alcuni membri del team le ficarì si siano distinti per atteggiamenti lontani dagli standard di eleganza a cui un club di prestigio come il nostro è abituato. Frasi poco eleganti, oltraggi a pubblici ufficiali etc...per tutto questo mi scuso io a nome di tutti. 
Invece per i ripetuti tentati omicidi abbiamo solo risposto a vistose provocazioni.    
Pps per il tso di cui i maldicenti sostengono sia stato vittima ho richiesto le immagini del sistema di sicurezza per adire un'azione legale per diffamazione contro ignoti...ignoti 'na sega!!! Zorro.
Un saluto e  un grazie va a tutti coloro che hanno reso questa giornata di sport epica... eh si a cinigiano lo chiamiamo sport...

                                                                    il direttore 
                                                                       sf o sdm

mercoledì 25 maggio 2016

- 10 alla terza edizione della scalata del camparista

Come immaginavo, appena reso ufficiale il nuovo regolamento della scalata del camparista, sono divampate feroci polemiche. 
Chissenefrega. Non posso accontentare tutti. 
La stampa internazionale (il Vannelli da Monteroni) ha colto la palla al balzo per provare a far vacillare la mia indiscussa leadership con un video quantomeno discutibile sulla complicatezza del nuovo regolamento.   



Le prime avvisaglie dei malumori all'interno del team "Le Ficarì" si erano già avute quando venne diramata la data della 3° edizione della Scalata Del Camparista. C'era chi sosteneva che fosse stata scelta deliberatamente per estrometterlo in quanto impegnato, la sera precedente alla gara, in una sbicchierata (colui che si nutre di felini domestici). 
La cosa che mi ferisce di più non sono le parole dette in faccia ma i sotterfugi tramati alle mie spalle dai membri del mio team. 
Io, un capitano che si butterebbe nel fuoco (spento) per i suoi ragazzi vengo tacciato di usare la loro abilità per il mio unico scopo, la vittoria (che c'è di male?) 
Siete voi che siete più lenti di Beautiful.  
Sapere che la loro vittoria sarà vedermi sconfitto mi addolora. Come le so tutte queste cose? Con i metodi della stasi. 
Telefoni sotto controllo torture psico e fisiche hanno fatto trapelare simili scenari. Vincere contro tutto e tutti sarà più bello e se non ci riuscirò potrete dire di aver assistito ad uno degli eventi più rari del panorama sportivo mondiale... una mia sconfitta.
L'ultima risale al 21 dicembre 1974 ai giochi di natale (una sorta di giochi senza frontiere) in seconda asilo persi contro tale Guerrini Giuliano in una gara di macchinine. Infuriato per l'arbitraggio a senso unico di Suor Gemma detti in escandescenze ma venni subito placato dalle autorita locali con una notevole serie di nocchini (all'epoca era ancora legale corcare di mazzate i bambini che non stavano alle regole, e se avevi la maleaugurata idea di raccontarlo a casa ne buscavi sopra)... ma questa è un'altra storia.

Cari complottisti vorrei spiegarvi una cosa, fate parte della mia squadra, è come se Barzagli Chiellini e Bonucci per invidia di Buffon provassero a fare autogol.
I miei delfini si sono trasformati in squali? Di chi potrò fidarmi? (leggi cantando)...lo scopriremo solo vivendo.
Sono stato ingenuo dovevo immaginare che, essendomi circondato di elementi che accettano la sconfitta come Montero accettava un tunnel, mi volessero fare le scarpe. 
Da gente che scatenava sanguinose risse durante le gare di palline sulla sabbia cosa ti vuoi aspettare.

Ecco a voi l'oggetto del contendere il nuovo regolamento di quello che passerà alla storia come il biathlon del terzo millennio. 
Per  la pratica di questo avvenieristico sport avete bisogno di due invenzioni piuttosto datate, la bici e l'arco.    
Ad un ottimo crono dovrete aggiungere  l'abilità balistica, ci saranno infatti, due (2) sessioni di tiro con l'arco da 5 frecce cadauna, la distanza del bersaglio sarà 11 metri...un rigore.
Con quale criterio verrà decretata la vittoria? 
Al tempo in bici verranno detratti 10 secondi per ogni anno d'età (documento valido non mi fido) 20 secondi per ogni punto realizzato con le frecce...(le frecce saranno a ventosa onde evitare inutili perdite umane).

Ps. se non avete arco e frecce non disperate potete noleggiare gratuitamente tutto il kit, pagherete solo un piccolo dazio cronometrico, il nolo dell'arco costerà più un minuto e le frecce più 3 secondi l'una.
 Che altro dire, la notte dei lunghi coltelli è imminetnte ci ritroveremo al bivio in cui la vita da appuntamento a tutti, tra l'abbrutimento e il desiderio, tra la voglia di vittoria e la resa.
Io mi sto preparando per ripetermi ed entrare nella storia, so che sarà difficile ma al traguardo potrò guardarmi allo specchio con la consapevolezza di aver dato il massimo... sognare non costa niente.

PPS...come di consueto non ci saranno controlli antidoping...ma... chi semina vento raccoglie tempesta! 

                                                                     il direttore
                                                                       sf o sdm

lunedì 28 marzo 2016

Trofeo Bruchi...non esistono amichevoli...


Prima tappa di avvicinamento alle classiche del nord e alla ben più importante terza edizione della scalata del camparista.

Giornata ciclistica nata per volere del Vannelli, che in questa santa pasqua è tornato all'ovile. Ho accettato la sfida e ho rilanciato invitando Matteo il milanese, perchè è risaputo, tre teste calde sono meglio di due... doveva essere una scampagnata tra vecchi amici...doveva. 


Cronaca della corsa

Ore 9:30 punzonatura, sfottò e sermone del tuttologo locale sulla scelta del percorso in base a dati scientifici sui venti, i gradi di inclinazione dei raggi solari, lo Zenit e Nadir etc etc... mamma mia che palle.
Si parte. Il numero dei partecipanti (tre...cento) evidenzia che il trofeo Bruchi è un premio ambito e che nessuno, come sempre, ci starà a perdere. 
Il percorso è di difficoltà elevata, con G.P.M di prima e seconda categoria.  Dopo pochi minuti tre disperati tentano la fuga, sono Matteo il milanese, il Vannelli, e Fabian Cancellata (io) ribattezzato cosi dal Vannelli forse per le prestazioni simili al grande ciclista elvetico Fabian Cancellara detto Spartacus? No chiarisce subito lui. Solo per il cognome che porti e perchè la tua bicicletta pesa come una cancellata. 
I tre fuggitivi prendono il largo. Il Longobardo, spaccone come di consueto, a dimostrazione di forza si batte i pugni sul torace come king kong, orde di fan a bordo strada vanno in delirio.
Il primo Gpm è a Porrona. E' il Vannelli ad aggiudicarsi l'ambito traguardo volante. Nella discesa che porta all'anconetana i tre, assumendo una posizione molto aereodinamica aumentano considerevolmente il loro vantaggio.
Ora viene il bello...disse quello in procinto di cacare il cuore...
L'ingeresso in una strada molto trafficata non è mai facile, incauti pirati della strada ci sfrecciano accanto fregandosene di noi...
Schivato il pericolo, sul ponte dell'orcia a ben 57 kmh sono vittima di un frontale con un calabrone, ho un attimo di vertigini e rischio di cadere. Il dolore è notevole con la mano sondo la fronte per capire l'entità del danno. All'analisi tattile riscontro una lieve commozione cerebrale...un biccio pe capissi. 
La strada si fa inpervia. 
Arrivare a Tavernelle sarà dura, i pezzi sterrati nascondono infinite insidie. Parliamo quasi pacificamente della società moderna, e nonostante idee politiche molto distanti il simposio non sfocia in rissa. Complice il paesaggio primaverile la gara prende i contorni della scampagnata.
Senza lo stress della contesa mi tornano in mente tante storie vissute in quelle zone. Racconto ai miei compagni di fuga di quando una notte accompagnando a casa una ragazza dopo la discoteca io e i miei amici ci imbattemmo in una coppia che faceva sesso estremo in mezzo alla strada (a breccia) e dall'abitacolo ogni sorta di ingiurie ed epiteti irripetibili uscirono dalle nostre bocche, terminati solo quando io chiesi. Chi cazzo so sti due? La ragazza con aplomb britannico rispose : è la mi mamma. Fu il gelo...il resto del viaggio passò nel silenzio più assoluto. E' passata alla storia come une delle 5 più grosse figure di merda dell'umanità.
Saliscendi degni della Liegi-Bastogne-Liegi ci portano di nuovo a Porrona. Mancano 7 km, la vittoria è un'affare fra noi tre. Siamo talmente in vantaggio che il Vannelli chiama la su' mamma per dirle che finalmente riuscirà a salire sul podio. 
Nell'ultimo pezzo sterrato nessuno si vuole scoprire.
La pendenza supera il 10%. Provo a staccarli e arrivo in cima all'ultimo GPM in testa facile. Decido di aspettarli non me la sento di abbandonare i miei compagni di fuga. Dobbiamo arrivare insieme e fare la volata. Il gap cronometrico dice il Vannelli a  due minuti e Matteo a sei.
Il Longobardo arriva trafelato e visibilmente disidratato, cerca l'acqua come un rabdomante. Quando sta per consumarsi la tragedia gli passo la borraccia e il Vannelli lo imbottisce di zucchero e uva passa. Gli abbiamo salvato letteralmente la vita, e lui come ricompensa si lancia giù per la pievina veloce come una cometa.
A 500 metri dal traguardo è primo il Longobardo seguito dal Vannelli. Ammiro la loro volontà li guardo da lontano, tanto so' come andrà a finire. Mi sento come Ibra (nettamente superiore).
La salita della crocina è fatale a Matteo che si pianta e viene superato agevolmente prima dal Vannelli e poco dopo anche da me.
Massi per provare ad arginarmi emana retrogas aromatizzati al putrefatto. Manco Dik Dastardrik.
Siamo gomito a gomito, la volata è concitata, il Vannelli assapora l'ebrezza di vincere e prova a stringermi alle transenne, sarei quasi tentato di farlo andare per vedere la reazione. Magari fa come "coso" che dopo aver segnato il gol dell' 8 a 1 fece due giri di campo roteando la maglia.
Non ce la faccio a perdere, è più forte di me, scarto a destra e lo supero arrivo sotto la bandiera a scacchi a braccia alzate.
...ma che ve lo dico a fare...non esistono amichevoli.


ps trofeo bruchi, non in onore dell'eroe cinigianese, ma per l'andatura alla velocità dei bruchi...

                                                             il direttore
                                                                                              sf o sdm

martedì 15 marzo 2016

Piccoli Begbie crescono...

...Per chi l'ha visto e per chi non c'era... e per chi in quel giorno li  inseguiva una sua chimera...

Domenica di calcio. Un vento da nord-est porta con se pioggia e depressione sferza le spoglie gradinate. Clima tipicamente scozzese. Guance rosse in abbondanza un pò per il freddo un pò di più per il vino.
In un paesino dell'entroterra toscano si disputa un match calcistico di infimo livello, la noia regna incontrastata sulle tribune, lo sbadiglio è il massimo della trasgressione. 
Finalmente l'arbitro decreta il recupero.  Onde evitare spiacevoli malintesi alza al cielo, cosi che tutti possano vedere, il pollice l'indice ed il medio. Solo tre minuti gridano i tifosi di casa??? Nooo stava mostrando il tre come simbolo religioso (la trinità) dice un sapientone. Finalmente grida un esteta (io) finirà questo scempio. 
Quando tutti sono pronti per un thè caldo (falso come la banconota da 15 euro al massimo un'anice stellato o uno stravecchio) e tutto sembra filare liscio nasce un diverbio tra un hooligans locale e una donna degli ospiti. L'hooligans con l'aplomb che lo contraddistingue invita la Granny a praticargli una fellattio.
La signora inorridita da tale proposta risponde a tono, e più inveisce e più il teppistello con una mimica degna di Chaplin insiste sulla fellatio. Si alza quello che ai più sembra il marito, vuoi vedere che ora gli farà una pompa lui.
No, decisamente no, dopo i primi passi verso il nostro Begbie si capisce che le intenzioni sono altre, è scandalizzato come una suora orsolina.  Vuole vendicare l'onore violato della consorte e passa all'attacco via terra. 
Ma come accade spesso in certe situazioni ha fatto i conti senza l'oste. 
Vedendolo avanzare "Begbie" esulta e passa all'offensiva mulinado jab a destra e a manca. Nessun colpo porta al k.o.
La rissa prosegue. Alcuni con la scusa di andare a dividere i contendenti sferrano colpi anche sotto la cintura, sale l'adrenalina e il livello della boxe, sedarli non è facile per le forze dell'ordine, ci vorrebbe il taser. 
I migliori boxer schierati da ambo le parti danno vita a 5 minuti di follia. 
Da che mondo è mondo quando vai a fa i cazzotti "ci vole du balle una pe dalle e una pe piglialle".
Secondo una stima approssimativa nel mio personalissimo tabellino (avrebbe detto Rino Tommasi) la tifoseria di casa è uscita vincente ai punti (non di sutura) e con un discreto margine.

Nulla di rilevante dal lato feriti, s'è consumato meno ghiaccio che in un campari. 
Begbie: è uno dei protagonisti di Trainspotting particolarmente dedito alla rissa.

p.s Per i curiosi,  'na pompa non gliel'ha fatta ma 'no sganassone l'ha preso..
   
pps aborro questo genere di cose ma è stato molto più spettacolare dell'intera partita.
    
                                                         il direttore
                                                           sf o sdm