Firenze 39° puntata
...la donna, senza nemmeno guardarmi, indica con l'indice l'uscita. Non replica, ma il suo sguardo severo non ammette esitazioni. Esco in silenzio e a testa bassa, contrariare la signorina Rottermaier potrebbe essermi fatale.
Mi siedo sul gradino di un portone, la gamba fa male. Escono tutti con il gelato, Massi sdrammatizza sarcastico: ti ricordi quando ti chiamavamo Il Conte per i tuoi modi garbati e per l'eleganza? Ribatto: non so che mi sia preso, era dal 1992, quando religiosi di una qualche congrega insistevano per diffondere il verbo, che non avevo una reazione cosi scomposta. Lo sguardo interrogativo della madre dei miei cuccioli chiede chiarimenti, provo ad arrampicarmi sugli specchi con la scusa dell'accumulo di stress, la fatica, il fatto che ho perso molto sangue, a mio dire, ha influito, ma sono credibile come Pinocchio a carnevale.
Finito il gelato Massi e la famiglia si congedano, a sentirlo, i sei metri quadri di pratino lo aspettano. Tiene quel pratino come il green della buca diciotto di un campo da golf.
Non ho voglia di camminare, chiedo a Silvia dove posso prendere un taxi, è più un bisogno di stare solo, che pigrizia. E' il momento delle riflessioni, del bilancio, personale e di squadra.
Un fischio alla Trapattoni attira la mia attenzione, avrò sbagliato la "diagonale" per salire sul marciapiede? No, non sarà certo rivolto a me, e poi, che ci gira il Trap da queste parti? Penso. E invece si, il fischio è per me, è Codino, che mi ha riconosciuto e mi raggiunge. Per gentilezza, più che per vero interesse gli chiedo come gli è andata la gara e che tempo ha fatto. Mette subito le mani avanti: eh sai, stamani ero troppo stanco, il 9,82 di ieri sera mi ha molto provato. Lo guardo dubbioso, non mi sembra che le caratteristiche fisiche ricordino, anche vagamente, un centometrista e per giunta in grado di stare sotto i 10 secondi. Mi legge nel pensiero e si affretta a chiarire: No no, 9,82 non è il mio personale sui cento metri, è il risultato dell'alcool test. Ahh, alcolista di tutto rispetto. Anche se non sono Grisson di C.S.I mi rendo conto di essere di fronte ad uno poco lucido e gran puscher di fandonie. Allungo il passo per provare a seminarlo, vedendomi claudicare mi incalza per sapere del mio infortunio, gli racconto la storia dell'attacco del crotalo e di oggi che sono stato colpito da un fulmine, fortunatamente di striscio, che mi ha riaperto la ferita, cucito in strada col filo da arrosti etc. e lui in tutta risposta mi fa: eh sie... e io ci credo no! Invece le tue di storie... penso.
Mi congedo stringendogli la mano, finalmente si arrende. Vado verso la fermata dei taxi con la testa rivolta ad un domani pieno di dubbi, sarò il nuovo Dean Karnazes? Nelle prossime gare saprò migliorarmi? Fare peggio è difficile! Che ne sarà del team Le Ficarì? Un oligarca dell'est e qualche sceicco faranno un asta per annettere il califfato dei Ficari? Un pallido sole scalda i miei pensieri da megalomane. Massi invece tiene un low profile, dice che nel giro di cinque anni saremo al via dell'Iron Man delle Hawai, io la parte a nuoto la darò in subappalto visto che in acqua galleggio quanto un àncora.
Mi passano davanti agli occhi tanti flashback di questo mese e mezzo fantastico, il mio coach, esaltato come una testa di cuoio, io che fronteggio gli elementi durante la durissima preparazione alla gara, il crotalo (pace all'anima sua) che sfoga la sua ira sui miei polpacci, il doping, il Trio medusa, la bolgia alla partenza, l'aperitivo al bar. Quando Massi ha provato l'assalto all'arma bianca contro il cameriere, nel trattenerlo mi sono sentito come Jeff Bridges nel film Il Grande Leboswky intento ad arginare l'amico al bowling, che, per un punto contestato tira fuori la pistola.
Arriva un Taxi. Alzo la mano come un attore di hollywood ma lui striscia. Non era per me o non si è fidato? Forse è meglio se mi tolgo la parrucca. Dal finestrino come segno premonitore, usciva la musica di Levante e proprio quando filava oltre c'era il ritornello, "...che vita di mmmerda...aaiaa.."
Anche il secondo taxi mi ignora, ma allora non era la parrucca. Non sarò più il modello di un tempo, ma ho sempre il mio perché.
Il terzo è quello buono, mi chiede dove vado (omette conciato così). Quando gli do l'indirizzo fà una smorfia, non sò, forse pensava che dovessi tornare in qualche lontano pianeta.
L'autista prova a fare conversazione, non fingo nemmeno interesse per i suoi argomenti, non ho più voglia di niente. Apro il finestrino e avvicino il naso per annusare l'aria, come i cani. La memoria olfattiva cataloga gli odori, un giorno mi riporterranno a questa giornata!
La radio, manco a dirlo, è Radio DEEJAY, stà passando Clementino, gli chiedo se può alzare il volume.
Arrivati, lascio una lauta mancia, come nei film, e saluto.
In testa mi risuona il ritornello "..U'viento... U'viento, ci rimane soltanto U'viento...quando partono i bbastimenti... ci rimane soltanto U'viento...
FINE
il direttore
sf
Ps è gradito un commento finale.
Pps. a breve la versione di Massi, e i drammatici risvolti dell'inchiesta sulla morte del crotalo.
Più VOLTE MI SONO DOMANDATO E TI HO DOMANDATO COSA SCRIVERAI DOPO,NON Sarà FACILE TROVARE UN FILONE ALTRETTANTO RICCO.
RispondiEliminaPER ME LA DJFIVE è STATA SOLO UNA BELLA GIORNATA PASSATA CON BELLE PERSONE MA I TUOI POST HANNO TRASFORMATO TUTTO IN UNA GRANDE AVVENTURA VERA O FINTA POCO IMPORTA,QUELLO CHE IMPORTA è CHE SCRIVENDO,LEGGENDO,E CORRENDO ABBIAMO TENUTO FEDE AL NOSTRO MOTTO "LA VITA è SCAZZO".ACUNI ERANO VECCHI GIà A VENTANNI NOI NON SAREMO MAI ADULTI E PER QUESTO,CITANDO BATTIATO,CI VUOLE DEL TALENTO.IO DAL CANTO MIO CONTINUO A CORRERE NON SO DI PRECISO Perché FORSE HO BISOGNO DI UN TRAGUARDO DA RAGGIUNGERE CHE SIA GUARIRE,AMARE,O PORTARE IL MIO CORPO OLTRE I LIMITI.FARE QUESTA CORSA CON TE è STATO COME FARE DJCAVALLO COL BANANO SUL PALCO DELLA POLIVALENTE,TANTI ANNI I FIGLI E IL TEMPO CHE NON è PASSATO.GRAZIE ANCHE A MIKI CIARDI PER AVERCI ACCOMPAGNATO E SOPPORTATO.
PS QUESTO ULTIMO POST è DA 10 E LODE.