giovedì 11 luglio 2013

CARBIODRATI

 Firenze                                                        36° puntata

...il resto del branco stà bivaccando sulle scale della chiesa, con un cenno richiamo la loro attenzione.  Entusiasta, spiego loro l'accordo raggiunto. Entrando mostro agli altri la cucina a vista, descrivo quello che potremmo mangiare, pasta fresca, verdure fritte, carne, etc, manco fosse mio il ristorante.
C'è un unico tavolo che può accoglierci tutti, stà in fondo alla sala in prossimità del bagno. Ci sediamo, sembriamo rè Artù e i cavalieri della tavola rotonda.
Massi ha fretta di tornare a casa e mi sollecita a chiamare la serva. 
E' ancora  infastidito, nonostante il Tavor. 
Schiocco le dita come un cafone di prima categoria, e veniamo raggiunti da una cameriera, faccio segno di no e le dico: mandami la signora con cui ho trattato!
La scelta verte sui classici tortelli, che, fatti al momento con il mattarello, assumono un sapore diverso, quasi epico, come quelli della mi nonnina. 
La ragazza porta sul tavolo anche due  vassoi di pici cacio e pepe, Massi mi guarda ostile, e fà ampi gesti su come finirà stavolta: non provare a trattenermi. Conclude. Gli mostro lo zaino, e simulo il lancio di una granata. 
Non abbiamo ancora finito i pici che arrivano le tagliatelle al ragù, mi metto le mani nei pochi capelli rimasti. Immagino il triste epilogo, la cameriera che porta il conto, non sono i dieci euro a testa pattuiti e noi come due Unni inferociti, devastiamo il locale. Massi si serve le tagliatelle, e mi dice: stavolta finiamo sulla Civetta. Annuisco e rispondo fatalista...sarà quel che sarà...  
Il reintegro carboidrati è pari a quello dei ciclisti dopo una tappa dolomitica. Innaffiamo il tutto con un Chianti sfuso senza infamia e senza lode.
Il Dress-Code diventa un maculato con schizzi di vino su rosone di sugo.
Stancamente continuiamo a discutere sul mio futuro da runner, Massi non ricorda che insieme al grande Romario ho scritto il  teorema "La palla non suda" e mi propone una tabella per arrivare pronto per la maratona di NY
Preso il caffè, chiedo alle donne e ai bambini di evacuare, e di andare a cercare una gelateria, non capiscono ma eseguono l'ordine. Quando sono tutti fuori chiamo la cameriera per il conto. Con Massi ci scambiamo sguardi d'intesa, come a dire, non si fanno prigionieri!
La signora si avvicina lentamente al tavolo ha lo scontrino piegato sulla mano destra, il Vannelli controlla i movimenti come se la donna, in mano, avesse della nitroglicerina, ma in fondo quel foglietto può avere gli stessi effetti del liquido esplosivo.
Le faccio cenno di darlo a me, tergiversa, pare non capire,  alla fine me lo passa, Massi dentro al suo cuore spera in un altra "pettinata", anche io. 
Nei 43 anni della nostra vita ci sono stati solo piccoli battibecchi, risse come si deve ci hanno visto solo come spettatori.
Ho lo scontrino in mano, lo stillo come se giocassi a poker, fingo di dare un tiro al mio sigaro, lo guardo ancora chiuso, e non favello...  
                                                                    
 Ps. si infittisce il giallo sulla morte di John, il Crotalo delle asturie,
pare che la tesi del suicidio sia da scartare...                                                               
                                                                     il direttore
                                                                           sf     



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