sabato 11 gennaio 2014

SPORT ESTREMI 10° PUNTATA

La sede del primo campo base situata sui 1800 metri, e la mia valigia piena di sogni...

...l'ultimo pezzo per arrivare al campo base lo dobbiamo fare a piedi, la pendenza è ostica e mette a dura prova la comitiva. Questo è niente a confronto alla scalata che ci attende per conquistare la Chrüz. La convivenza al campo base è difficile, devo ricorrere al Gandhi che è in me per non infliggere punizioni draconiane alla mia guida. Dopo un summit con gli amici con cui farò la scalata decretiamo che gli sherpa non ci servono, la tensione che c'è fra me e il capo è palese, nemmeno il calumè della pace che ci siamo fumati ha alleggerito l'atmosfera. Non voglio rischiare che il tipo boicotti la scalata e mandi all'aria tutto, sarei costretto a farlo diventare cibo per i rapaci della zona scaraventandolo in qualche crepaccio. Paghiamo una cospicua buonuscita in nero e loro spariscono a velocità supersonica.  
L'assenza di energia elettrica nella baita è per i bambini un incomprensibile novità assoluta, nonostante nelle stanze siano accese molte candele, hanno paura e il cigolio delle porte non aiuta a farli stare calmi. All'ora di cena la triste scoperta, hanno portato via le provviste alimentari, e ora come sfamiamo la truppa?
La speranza è la dispensa, qualche cibo a lunga conservazione ci sarà cazzo, al suo interno c'e solo lo scheletro di un ex roditore  morto di stenti. Propongo di fare un brodo con le ossa, ma la mia proposta viene bocciata all'unanimità. Con i nostri zaini siamo più fortunati, escono Tuc, caramelle, crackers sbriciolati, sottilette, biscotti, e sorpresona, un salame. Temo che stasera la cena sarà molto frugale.
Mettiamo i bimbi a letto, infreddoliti, impauriti e affamati, come da manuale del perfetto genitore, e con i  nostri amici ci mettiamo fuori. 
Accendiamo il fuoco e guardando dentro le fiamme, ci raccontiamo.
Emetto suoni gutturali rigorosamente a bocca chiusa, il corpo cerca di evacuare le ultime bollicine residue, il mio amico mi guarda e mi fa: E te credo che stai a fa ancora li rutti, hai bevuto più champagne te in una sera di Vettel in quattro mondiali. Lo champagne il mio apparato digerente lo soffre, come tutte le cose da ricchi del resto, le ostriche, il caviale, il tartufo, non sono per il mio stomaco, e nemmeno per il mio portafoglio, ci deve essere una connessione divina.
Andiamo a letto consapevoli che domani, tempo permettendo, può essere il gran giorno, prima però come capo branco dovrò procurare il cibo. Punto la sveglia alle cinque, il primo villaggio è a 18 chilometri e per arrivare alla macchina ne devo fare sette.
Alle 4:55 apro gli occhi, non faccio nemmeno suonare la sveglia, mi preparo ed esco, prendo un sentiero scosceso che secondo i miei calcoli dovrebbe essere una scorciatoia. Il silenzio è il compagno ideale a quest'ora...
                                                                       
                                                                      il direttore
                                                                         sf  o sdm

1 commento:

  1. una valigia piena di sogni, uno scalatore pieno di vino (frizzante).

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