lunedì 26 gennaio 2015

La scalata del camparista

Cinigiano sabato 24 gennaio 2015 ore 8:35
Inizio preparazione per la scalata del camparista:

In accordo con il nostro preparatore atletico, tale Ventrino, abbiamo deciso di iniziare la dura preparazione che ci porterà, spero, alla conquista della prestigiosa Scalata del Camparista.  La suddetta è una competizione goliardica che avrebbe dovuto essere alla seconda edizione, ma purtroppo lo scorso anno venne boicottata da tutte le migliori squadre, (anche dalle peggiori) e non se ne fece niente. La gara ciclistica, inizialmente pensata per aprile, è dovuta slittare a maggio per non concomitare con le classiche del nord (Parigi-Roubaix, Liegi-Baston-Liegi, Giro delle Fiandre). 
Il percorso è Cinigiano-Stribugliano-Cinigiano 25 km totali.

Una spolveratina sul regolamento (non definitivo): in realtà non è una classica gara ciclistica, i mezzi ammessi alla competizione possono essere i più svariati, un'unica caratteristica, la propulsione umana. Possono partecipare, oltre alle bici (vietate le bici con pedalata assistita) pattini, monopattini, skateboard, carrette da edilizia, (la carretta ha già un iscritto S.B detto B), carrelli della spesa, etc.
Due sono le wild card, una è per lo skateboard a vela che sfrutta l'elemento vento, incognita non da poco, e la seconda è per un cinghialaio con una slitta a ruote trainata dai cani (di cui metto solo le iniziali G.D detto P... ha chiesto di restare anonimo). 
Poche regole, ma chiare: vietate le violenze fisiche sugli altri corridori, vietate armi chimiche. Assolutamente vietato deturpare il paesaggio, ammesso invece, deridere avversari in difficoltà.
Visto l'assenza di controlli antidoping (troppo costosi) ognuno ascolti la propria coscienza...
     
Il programma di oggi prevedeva l'allenamento del team leficarì.com al gran completo (io e Zorro). Il mio gregario sollecitato al telefono dal direttore sportivo, nonchè capitano (io) prima ha fatto da necio, (non si è fatto trovare) poi dopo tanto insistere ha risposto declinando l'invito, sostenendo che fosse troppo freddo. Medito se metterlo fuori rosa prima di arrivare alla risoluzione del contratto, o percuoterlo, come da tradizione.. Ho chiuso la telefonta con una massima del mio guru di riferimento, Aldo Rock (no il cane di michela) "non esistono condizioni atmosferiche avverse, esistono uomini arrendevoli.

Partito da casa con una temperatura di quattro gradi sopra lo zero (la velocità e il vento rendevano la percepita nettamente al di sotto dello zero) ben presto ho dovuto fare i conti con un gelido vento siberiano che spirava ad oltre 40 nodi. Eolo sferzava la mia faccia con raffiche inaudite, più volte ho rischiato di essere abbattuto. Te ti domanderai o chi te l'ha fatto fà... il solito malsano motivo che mi porta, ogni volta che faccio qualcosa, a farla al top.(nell'imitazione di crozza-briatore) Agli intermedi la mia prestazione era decisamente buona con tempi quasi da record, purtroppo in prossimità del bivio di Castiglioncello un principio di assideramento mi ha costretto ad una sosta. Acceso il fuoco, ho scaldato le estremità inferiori ormai già viola addobbo funebre, e prossime alla necrosi. Nonostante il lievissimo inconveniente mi sono rimesso in sella e ho raggiunto Stribugliano in 1:09:29 seconda miglior prestazione di sempre.
In discesa poteva essere una pacchia, ma un'incontro molto ravvicinato con due cani piuttosto aggressivi, ha reso difficile la fuga. Liberatomi dei quadrupedi con un espediente che non posso raccontare, ho assunto una posizione aereodinamica e mi sono lanciato a folle velocità (picco massimo 71.4 kmh) verso Cinigiano. 
Ai bordi della strada orde di fan mi urlavano "vai Falco," accostandomi al più grande discesista di tutti i tempi, il Falco Savoldelli appunto... Onorato da tale paragone ho gongolato fino all'arrivo tempo totale 1:32:10.

ps. cercasi gregario senza manie di protagonismo, astenersi i soliti perditempo.  

                                                       il direttore
                                                        sf o sdm

sabato 3 gennaio 2015

Gemellaggio Cinigiano-Vicenza

Diario di bordo, data astrale 27-12 2014.
Consegnata la prole alla nonna, onde evitare un inutile, quanto fuori moda, abbandono in autostrada, siamo partiti alla volta di Vicenza per consolidare un gemellaggio con la città veneta che ormai dura da anni, e per quella che potremmo definire la nostra seconda luna di miele.
Dopo un estenuante ballottaggio venivo promosso prima guida.
Le previsioni meteo non promettevano nulla di buono, il cielo era fermo e plumbeo, pareva aspettasse il momento propizio per sfogare la sua ira sugli ignari automobilisti.
Presa l'autostrada alla Certosa vengo colto da un moto di stupore, i mezzi spalaneve sono già all'opera e vengono segnalati sui display (non stà ancora nevicando... o che succede nel paese dei negligenti?). 
A Roncobilaccio i primi minuscoli fiocchi. Ci mancava la neve, mantengo una calma olimpica onde evitare che il panico si propaghi nel mezzo. Sfreccio a velocità quasi supersonica per superare l'appennino, da sempre mio tallone d'achille nelle traversate invernali.
Bologna, Ferrara, Rovigo, un sorriso sornione si stampa sul mio volto per lo scampato pericolo. La mia compagna con una sua amica, tale Raffaella avevano scommesso su un mio attacco di panico condito da blasfemia in caso di neve.
A Padova ovest c'è il primo contatto radio, iniziano le comunicazioni con la torre di controllo (anzi la Turri di controllo). Comincia a nevicare sul serio. Fiocchi grandi come farfalle volteggiano quasi danzando verso il suolo.  Il cartello Vicenza evoca in me Cristoforo Colombo.
Siamo in collegamento radio con le guide locali, ma la mia compagna per aumentare il coefficente di diffficoltà accende il navigatore satellitare in inglese. Dopo quaranta minuti di rotatorie, controsensi e bestemmie (quelle le dico io non il navigatore) decido che può bastare e parcheggio. Neve vera, un manto di venti centimetri abbondanti copre la strada costringendomi mio malgrado a tornare alla macchina, togliermi le infradito, e indossare scarpe consone. Chiamo Houston (Stefano Piselli) che mi dà le cordinate per raggiungere lui e Simone in un bar. Dopo i saluti di rito brindiamo nei lieti calici con campari e prosecchi. L'idillio viene spezzato dal suono sinistro di un telefono, Sabrina bacchetta telefonicamente Stefano. Siamo costretti ad un solo aperitivo, in veneto era dal 1927 che non si registrava un così increscioso episodio. Mi adeguo a questa assurda regola restrittiva e ci incamminiamo alla ricerca degli altri sotto una bufera di neve. I ciceroni descrivono con dovizia di particolari le bellezze cittadine, riconosco la mano di Palladio, uno dei pochi profeti in patria. Arrivati all'Osteria dei Monelli Stefano viene cazziato a modino dalla Turri per questo ritardo che, a suo dire, potrebbe costarci la cucina chiusa e di conseguenza il salto del pasto, mi immolo confessando che la colpa è tutta mia (momento fair play della giornata).
Il convivio scorre piacevole fra pietanze tipiche e buon vino. Il baccalà (o pesce veloce del baltico, come lo chiamava Tonino) sul menù c'è anche in flebo, del gatto non c'è mensione. Opto per dei bigoli all'anatra e un fegato alla veneziana. Dopo pranzo  il previsto tour cultural-enologico con visita ai luoghi di culto degli alcolisti locali viene rinviato.  La neve nelle strade interne che dobbiamo fare per arrivare a destinazione non è ancora stata pulita ma fra derapate volute o meno riusciamo a raggiungere villa Turri.
Una calorosa accoglienza mi fa sentire a casa. Dopo uno squisito filetto cotto sul camino e dell'ottimo vino andiamo a dormire, domani ci attende Venezia e forse la raggiungeremo a nuoto.
Accantonata l'idea di andare a nuoto, non per paura sia chiaro, ma solo perchè il fiume in alcuni punti è ghiacciato, andiamo in stazione. Un grossolano errore di valutazione ci fa salire su un treno Cartier, visto il costo del biglietto.
Venezia ore 10:30 - fra calle e ponti vaghiamo senza un obbiettivo preciso, poi l'ambasciatore vicentino ha un illuminazione: facciamo il Bacaro-tour. Applausi a scena aperta, il consenso è unanime. Entriamo nel primo bacaro, pochi affecionados lo popolano, ordiniamo un Ombra e un cicchetto (Ombra-bicchiere di vino. Cicchetto-stuzzichino monodose con ogni sorta di cibo, pesce, salumi, patè, fritto etc). Continuiamo il giro fra nugoli di turisti-fotografi e venditori di bastoncino da selfi.
Due,tre, sette, otto bacari. La situazione sta diventando impegnativa e l'andatura serpeggiante. Chiedo di poter indossare un giubbotto salvagente nelle tratte tra un bacaro e l'altro visto che nuoto come un ancòra. Piazza San Marco ci fa da rotatoria ma dato che ci siamo, approfittiamo per fare foto romantiche per i posteri. Al tramonto il freddo pungente ci "costringe" a cercare riparo e ristoro nei bacari. Finalmente sul treno mi abbandono a riflessioni ad occhi chiusi (dormo) su questa città bellissima e un po' umidiccia.
Vicenza ore 19:00, la nota cantante, nonchè compagna dell'ambasciatore vicentino a Cinigiano, Sabrina Turri dichiara a reti unificate: un aperitivo e andiamo a cena. La solita falsa propaganda. Vicenza ore 22.45 bar Sartea: il barman con fare sconsolato ci guarda e dice: ho finito il campari...mai notizia fu più salutare.
Torniamo a casa in taxi, gente responsabile noi.
Cena di mezzanotte e a nanna, domani visita guidata di Vicenza. 
Il risveglio è di quelli all'Albertone, alto pomeridiano. 
Un caffè e quattro biscotti poi le donne ricadono tra le braccia di Morfeo. L'ambasciatore approfitta per portarmi nei luoghi della sua infanzia. Tornando a casa una brutta sospresa, la Turri ha la febbre.
Torniamo in Città e incontriamo Simone e Marcella. Inizia quello che qui viene preso seriamente come un lavoro, l'aperitivo. Marcella l'indomani deve trabajar e dopo il primo si ritira nelle sue stanze. La mia compagna, sempre in stato confusionale dal giorno prima, salta qualche giro. In un locale di cui ometterò il nome, ci fanno un campari-spritz a salve... vergogna!!!
Ore 18:30 andiamo da Pitanta, Simone abita proprio sopra, e volendo con un autoclave...
Le foto dei calciatori che hanno fatto la storia del Vicenza calcio tappezzano le pareti: Otero, Zanchi, il grande Ezio Vendrame. C'è anche Robi Baggio. E' qui che avviene l'incontro con i luminari locali dell'aperitivo (L e M). Il ritmo è molto elevato, i bicchieri non si contano. Alle 22 ora locale chiedo l'intervento del fisioterapista, ho i crampi al deltoide e mi si è formata una vescica sul gomito sinistro (quello che appoggio sul banco). Ore 23: propongo agli amici di andare a cena, ma la proposta cade nel vuoto. Ho fame, dico alla mia compagna e a Stefano di andare. Andiamo da Julien e nell'attesa del tavolo, così per non perdere l'abitudine, ci facciamo un aperitivo. 
La cena è ottima, finalmente qualcosa di solido. Stefano propone la Staffa ( per gli ignari la Staffa è l'ultimo bicchiere) in un locale per lui da amarcord. 
Alla quinta Staffa dico che può bastare. Parliamo ormai una lingua diversa, le parole sono biascicate e incomprensibili i nostri volti sono deformi.
Chiamo un taxi (gente responsabile noi) e torniamo a casa.
Il gemellaggio è stato consolidato, torniamo a casa con un'unica certezza... non moriremo di sete...

Ps. Grazie di cuore alla famiglia Turri per la calorosa accoglienza 
e a tutti gli amici, ci avete fatto sentire a casa...     
                                        
                                                                    il direttore
                                                                            sf